Mercoledì 27 agosto 2025, ore 22:50

Manovra 

Il Governo ai sindacati: sì a modifiche sulle pensioni 

Il Governo è disponibile a rivedere le norme sulle pensioni di medici e operatori sanitari e delle altre categorie del pubblico impiego, colpite dalla stretta sul coefficiente di calcolo prevista dalla manovra. La modifica della norma sarà presentata con un emendamento al Ddl di bilancio. Nessuna modifica, invece, sul nuovo meccanismo di quota 103 introdotto con la manovra (interamente contributivo), né sui requisiti più restrittivi per accedere a Opzione donna e Ape sociale. ”Stiamo lavorando per modificare la misura nel migliore dei modi, garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi si ritira con la pensione di vecchiaia e garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi raggiunge al 31 dicembre 2023 i requisiti attualmente previsti”, ha detto la premier Meloni ai sindacati nel corso dell’incontro fiume di ieri mattina a Palazzo Chigi che si è protratto per oltre tre ore e mezza. Per il Governo presenti anche i vicepremier Tajani e Salvini, i ministri Giorgetti, Lollobrigida, Calderone e Fitto. Una modifica, aggiunge Meloni, che varrebbe per tutte le categorie colpite dalla stretta, non solo per il comparto sanità, per il quale, in più, ”si sta valutando un ulteriore meccanismo di tutela in modo da ridurre la penalizzazione all'approssimarsi all'età della pensione di vecchiaia”. La premier sottolinea: ”Problema enorme è quello della pensione dei giovani. Nella manovra c’è una norma giusta a favore delle generazioni più giovani. Il gioco di scaricare tutto il costo delle pensioni sulle generazioni che arrivano dopo è più redditizio sul piano del consenso occuparsi di chi è qui e ora, ma il costo è stato scaricato su chi non si poteva difendere e non era consapevole di quello che stava accadendo”.
In conclusione Meloni ha ringraziato per il confronto ”franco e costruttivo”. E ha elencato le questioni sulle quali il Governo concorda con i sindacati: a partire dal rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale.
Il segretario generale della Cisl Sbarra ha definito l’incontro ”molto importante sia sul merito sia sul metodo, anche come segno di rispetto dopo le mobilitazioni e le manifestazioni”. Sbarra ha ribadito la richiesta dei sindacati di ritirare l’articolo 33 del ddl di bilancio. Il Governo non ritirerà l'articolo ma appunto si è impegnato a modificarlo. In generale, ha detto ancora Sbarra, ”abbiamo chiesto al Governo di cambiare e migliorare le parti deboli della manovra, in modo particolare le pensioni, di aumentare i sostegni alla sanità, assicurare adeguati finanziamenti alla non autosufficienza e alla disabilità, e impegnarsi a sbloccare le assunzioni e la stabilizzazione del precariato nel pubblico impiego e nel sistema dell'istruzione”.
Insoddisfatte Cgil e Uil. Per Landini ”sono confermate tutte le ragioni dello sciopero di venerdì. Perché al di là dell'ascolto e del confronto il Governo ad ora non ha cambiato nulla della manovra di bilancio, che resta una manovra sbagliata”. La pensa così anche Bombardieri: ”Il Governo aveva chiarito che non avrebbe modificato la manovra, che non avrebbe accettato emendamenti. Eravamo preparati. Si riconferma l’insensibilità alle tante richieste che vengono dalle piazze: salari, rinnovo dei contratti, sanità e pensioni”.
Non solo la manovra tra i temi dell’incontro. Parte consistente della riunione è stata infatti occupata dalla discussione sul Pnrr e in particolare sulla revisione del Piano approvata dalla Commissione europea. A giorni dovrebbe arrivare l'ultima rata, ha confermato Giorgetti. Il Governo si è impegnato a rafforzare il modello di governance partecipata.
E su esplicito riferimento della Cisl il Governo ha accolto positivamente la discussione sulla partecipazione, da inserire nel quadro complessivo della discussione sulle riforme istituzionali. Per Meloni ”la partecipazione dei lavoratori alla vita delle aziende è una grande questione, una materia chiave di volta nel sistema economico italiano”.
Giampiero Guadagni

( 28 novembre 2023 )

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