La Camera con 153 voti a favore e 110 contrari ha approvato le disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane. Il provvedimento dovrà tornare in terza lettura al Senato. Obiettivo del testo è riconoscere e promuovere lo sviluppo delle zone montane la cui crescita economica e sociale viene ritenuta un obiettivo di interesse nazionale. Per la maggioranza ”dal 1994 ad oggi è il primo vero provvedimento sulla montagna. Un passo non risolutivo ma concreto”. Critiche le opposizioni che parlano di un ”provvedimento che nulla fa per andare incontro ai problemi di chi vive in montagna” e lamentano mancanza di condivisione.
Soddisfatto il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Calderoli: ”Stiamo lavorando per rispettare gli impegni presi verso le zone e le genti di montagna, partendo anzitutto da una definizione precisa di cosa sia 'montagna' in Italia con parametri ben definiti, così da assicurare tutto il sostegno necessario a questi territori e ridurre gli sprechi. Abbiamo previsto iniziative contro lo spopolamento rivolte a giovani e famiglie, per stimolare la natalità e la residenzialità, includendo anche incentivi anche alle imprese. Vogliamo introdurre misure volte a ridurre i divari economici e sociali e a garantire l'accesso ai servizi pubblici, come istruzione e sanità, senza dimenticare l'accesso a poste e banche. A disposizione vi sono gli oltre 200 milioni del Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane, che sono un buon punto di partenza”.
Il provvedimento introduce una nuova cornice normativa che, partendo da una definizione più precisa dei comuni montani, mira a coordinarne meglio le agevolazioni esistenti e introdurre nuovi strumenti per incentivare il reinsediamento, l’attività produttiva e la salvaguardia del territorio. Viene ridefinito il criterio per individuare i comuni montani, con aggiornamento annuale basato su dati Istat. Si stabilisce che in caso di fusione o scissione, la nuova entità manterrà la qualifica ”montana” solo se rispetta i requisiti tecnici. Un decreto definirà, entro 90 giorni dall’entrata in vigore, i criteri geomorfologici e socio-economici per selezionare i comuni destinatari delle misure di sostegno. Gli esperti che comporranno la commissione tecnica non riceveranno compensi né indennità, al fine di non gravare sulla finanza pubblica.
L’emendamento introduce diverse agevolazioni fiscali e contributive come: detrazione interessi mutuo, rivolta a giovani sotto i 40 anni per l’acquisto della prima casa in comuni montani inferiori ai 2.000 abitanti (esclusi immobili di lusso); detrazione al 100% sugli interessi fino a 500 euro, poi all’80% fino a 1.125 euro. Per chi si trasferisce: i redditi da lavoro (dipendente, autonomo, impresa) vengono tassati al 15% fino a 28.000 euro, e al 20% fino a 55.000 euro. Le uniche condizioni dovranno essere: non residente nei 5 anni precedenti e impegno a restare per 5 anni, oppure avere un’attività lavorativa nel comune o provincia. Inoltre, si potrà godere di un’addizionale comunale Irpef ridotta fino al 75%. Infine, riduzione del 50% per le seconde case nei comuni montani e imposte agevolate su immobili abbandonati. Registrazione, ipotecaria e catastale fisse a 200 euro ciascuna per chi acquista immobili abbandonati in comuni montani inferiori ai 5.000 abitanti, destinati a residenza o attività
Giampiero Guadagni