Mercoledì 30 luglio 2025, ore 21:15

Dazi 

Meloni: intesa sostenibile 

Un accordo ”sostenibile” anche se ancora da “studiare nei dettagli”. Un accordo che comunque ”scongiura una guerra commerciale” tra Usa e Ue, uno ”scontro frontale” tra le due sponde dell'Atlantico che non avrebbe giovato a nessuno, e, anzi, avrebbe avuto effetti ”imprevedibili”. La premier Meloni firma una nota congiunta con i suoi vicepremier Tajani e Salvini per benedire l'intesa con l'amministrazione americana sui dazi e per mettere i primi paletti. Perché se il Governo ribadisce di essere pronto ad attivare misure di sostegno a livello nazionale, anche Bruxelles dovrà fare la sua parte ”per quei settori che dovessero risentire particolarmente delle misure tariffarie statunitensi”. La cosa fondamentale, per Roma, era mettere la parola fine all'incertezza. Ora ci sarà tanto da fare anche sul fronte europeo, per ”rafforzare il mercato unico, tagliare la burocrazia, diversificare le relazioni commerciali e ridurre le nostre dipendenze”. Ma se le nuove tariffe ricomprenderanno le precedenti, sarà meno gravoso sostenerle.
C'è da capire, in sostanza, come verrà applicata la nuova tariffa del 15%, se aggiuntiva o flat (che assorbe cioè i dazi esistenti), per valutarne l'impatto reale categoria per categoria. E poi ci sono le esenzioni su cui un po' tutti i Paesi europei contano. L'Italia, con Spagna e Francia preme ad esempio perché siano salvaguardati i prodotti agricoli e le loro derivazioni (come i formaggi a pasta dura e il vino). Ma la chiusura dell'accordo in sé, secondo l’Esecutivo, potrebbe già bastzre a far ripartire l'export che aveva subito una battuta di arresto, dopo la corsa agli stoccaggi iniziali, in attesa di vedere l'esito della trattativa.
Il risultato non placa affatto la protesta delle opposizioni. Elly Schlein già prima delle notizie sull'intesa parlava senza mezzi termini di ”fallimentare accondiscendenza” nei confronti dell'amministrazione americana, invocando quelle ”politiche industriali” di cui il Governo è accusato di essere privo. Di ”Caporetto” per von der Leyen e Meloni parla il leader M5s Conte. Calenda, Azione, definisce ”demenziale” il ragionamento della presidente della Commissione e l'intesa una ”capitolazione” dell'Europa. Fratoianni, Avs, prevede ora un ”disastro sociale”.
I dazi al 15% preoccupano le imprese che parlano di decine di miliardi di esportazioni a rischio, con un impatto "molto pesante" per il made in Italy. Confartigianato lancia l'allarme: "Cresce la preoccupazione tra le imprese italiane per le possibili conseguenze". Sono 25.037 quelle che nel triennio 2022-2024 hanno esportato direttamente e stabilmente verso gli Usa, con un valore complessivo delle vendite che ha raggiunto 56,4 miliardi nel solo 2024, spiega l'associazione degli artigiani, precisando che tra i comparti più a rischio ci sono moda e meccanica, due pilastri del Made in Italy sul mercato nordamericano. L'intesa raggiunta poi in serata conferma il livello ipotizzato di dazi al 15%. La Cna bolla l'accordo come "non soddisfacente" e avverte: "Provocherà effetti comunque molto pesanti sull'export italiano che vanno a sommarsi all'apprezzamento degli ultimi mesi dell'euro sul dollaro di quasi il 15%". Ai 67 miliardi di euro di vendite dirette, fa notare la confederazione degli imprenditori artigiani, occorre sommare circa 40 miliardi di flussi indiretti che in larga parte sono beni intermedi nei settori della meccanica e della moda dove è prevalente la presenza delle piccole imprese. Cna va in pressing sull’Esecutivo: servono ”sostegni e compensazioni”, oltre alla riattivazione a breve del tavolo sull'export a Palazzo Chigi. Il conto da pagare nel caso di dazi al 15% lo aveva stimato già nei giorni scorsi il Centro Studi di Confindustria: 22,6 miliardi di minor export negli Usa per le imprese italiane; perdite che solo in parte verrebbero compensate da maggiori vendite fino a 10 miliardi degli esportatori italiani nel resto del mondo. Per Unimpresa gli effetti saranno ”limitati”, perché solo un terzo delle imprese italiane esporta negli Stati Uniti.
Giampiero Guadagni

( 28 luglio 2025 )

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