”Partecipazione significa costruire un patto di corresponsabilità tra imprese e lavoratori, tra capitale e lavoro, nell'interesse della comunità e del Paese. È la chiave per un'economia fondata non sulla contrapposizione, ma sulla collaborazione e sulla ricerca del bene comune”. Così la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola intervenuta alla Camera al convegno promosso dalla Fondazione De Gasperi e dalla Konrad Adenauer Stiftung, sul tema della legge 76 approvata dal Parlamento sulla partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese. Sottolinea Fumarola: “La partecipazione non è un concetto astratto, ma un modello concreto di relazioni industriali e sociali che può trasformare il lavoro da semplice fattore produttivo a soggetto attivo del cambiamento”. Insomma, ”è arrivato il momento di lasciarsi definitivamente alle spalle il tempo del conflitto tra capitale e lavoro. Solo così potremo affrontare le grandi trasformazioni digitali, ecologiche e demografiche in atto”. La numero uno del sindacato di Via Po ha richiamato l'importanza dell'articolo 46 della Costituzione, rimasto per troppo tempo lettera morta, e ha rivendicato con orgoglio l'impegno della Cisl nel dare piena attuazione a quel principio attraverso l'approvazione di una legge ”innovativa che valorizza tutte le forme di partecipazione - gestionale, organizzativa, economico-finanziaria e consultiva - e ne affida il cuore pulsante alla contrattazione collettiva, nazionale e aziendale”. La partecipazione ”può aumentare salari e occupazione, radicando investimenti e rilanciando la formazione; rafforzare la capacità delle imprese di adattarsi ai cambiamenti di mercato e tecnologici; migliorare salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, dando ai lavoratori maggiore voce sulle scelte aziendali; governare l'impatto dell'intelligenza artificiale, negoziandone criteri e limiti”. Alle imprese la Cisl chiede di vivere la partecipazione come un'opportunità per innovare e attrarre talenti e investimenti. Al Governo propone di collegare la Legge 76 a un accordo della responsabilità che preveda nella prossima manovra una riorganizzazione degli incentivi alle imprese basata anche sulla loro capacità di contrattare partecipazione, in particolare quella organizzativa.
Intanto l'Istat fa sapere che ad agosto gli occupati calano di 57mila unità su luglio e aumentano di 103mila unità su agosto 2024. Su base mensile, sottolinea l’Istat, il tasso di occupazione cala al 62,6%, quello di disoccupazione è stabile al 6,0% (tra i giovani sale al 19,3%) e il tasso di inattività sale al 33,3%. Ad agosto rispetto al mese precedente diminuiscono i dipendenti permanenti (16 milioni 432mila) e i dipendenti a termine (2 milioni 516mila) mentre crescono gli autonomi (5 milioni 223mila). L'occupazione invece aumenta rispetto ad agosto 2024 (+103mila occupati in un anno), per effetto della crescita dei dipendenti permanenti (+208mila) e degli autonomi (+139mila) e del calo dei dipendenti a termine (-245mila).
Sul fronte lavoro altri dati su cui riflettere. In Italia il 58% delle donne e il 43,6% degli uomini ritengono che le donne siano trattate meno equamente in assunzioni, retribuzioni e promozioni; nella media europea questa percezione si attesta invece su valori pari al 64,1% della popolazione femminile ed al 50% circa di quella maschile, mentre in Paesi come la Svezia e la Francia raggiunge valori pari a circa l'80% delle donne e circa il 65% degli uomini. In Italia, la percezione cresce all'aumentare del livello di istruzione ed è più elevata nelle Regioni del Nord rispetto al resto del territorio. Meno consapevoli sono complessivamente gli uomini, soprattutto under 30, e le classi di età anziane. Sono alcune delle evidenze che emergono dall'undicesimo round della European Social Survey, un'indagine statistica comparata in 24 Paesi europei, diffusa in Italia dall'Inapp che in un Rapporto nazionale approfondisce, in una prospettiva comparata europea, i temi della partecipazione al mercato del lavoro, l'uso del tempo, le determinanti del benessere, della soddisfazione e della fiducia, le prospettive valoriali, utilizzando la dimensione di genere come chiave di lettura trasversale. ”La componente femminile, in particolare quando in età da lavoro, rappresenta la principale risorsa strategica per far crescere l'occupazione nel nostro Paese”, commentato il presidente dell’Inapp Forlani.
I dati diffusi dall’Istat sul mercato del lavoro e l’indagine Inapp sulla percezione delle disuguaglianze di genere “confermano l’urgenza di politiche mirate per una più forte partecipazione femminile al lavoro”. Lo dichiara il segretario confederale della Cisl Pirulli, che aggiunge. “Benché prosegua da 4 anni la crescita occupazionale, il ritmo di aumento nel dato di agosto diffuso oggi appare più lento, con 103mila occupati in più nell’ultimo anno ma un calo complessivo tra gli under 50 ed un tasso di occupazione femminile che, nonostante i miglioramenti, resta lontano dalla media Ue. Parallelamente, l’European Social Survey diffusa dall’Inapp segnala che oltre la metà delle donne in Italia percepisce disparità in assunzioni, retribuzioni e carriera, con livelli più bassi rispetto alla media europea ma comunque significativi”. Per la Cisl è strategico “rilanciare l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro, agendo su più leve: potenziamento dei servizi all’infanzia e agli anziani, per liberare tempo di cura e favorire l’occupazione femminile; orientamento scolastico verso le discipline Stem, per contrastare stereotipi e aprire alle donne le professioni più innovative e qualificate; incentivazione della contrattazione collettiva che promuove misure di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro; una più equa ripartizione dei carichi familiari tra uomini e donne, da sostenere anche con politiche fiscali e sociali adeguate. Inclusione, partecipazione e pari opportunità non sono solo un obiettivo di giustizia sociale – sottolinea Pirulli – ma la condizione necessaria per rafforzare la crescita, la produttività e la coesione del Paese”.
Giampiero Guadagni