E allora, sottolinea il numero uno di Viale dell’Astronomia, ”è il momento della responsabilità, del coraggio e della determinazione. Per un mondo nuovo servono strumenti nuovi e un patto nuovo tra forze politiche e sociali”. Ai sindacati, in particolare, Orsini chiede di ”lavorare insieme per alzare ancor più le retribuzioni anche nell'industria attraverso i contratti di produttività aziendali, in cui crescita dell'impresa e crescita del reddito dei lavoratori vadano di pari passo, perché non può esistere una crescita senza l'altra”. Il presidente di Confindustria riconosce il nodo dei salari: ”Le retribuzioni italiane che perdono potere d'acquisto spingono verso il basso consumi e crescita, e abbattono la dignità della vita e del lavoro. È un problema nazionale”. Con i sindacati occorre anche ”affrontare insieme la battaglia contro i contratti pirata.
Orsini rilancia la proposta di un vero piano industriale straordinario per l'Italia. ”La componente più urgente è quella dei sovraccosti energetici. Un vero dramma che si compie ogni giorno: per le famiglie, per le imprese e per l'Italia intera”. Confindustria pensa ad un sostegno agli investimenti di 8 miliardi di euro l'anno almeno per i prossimi 3 anni. Con un obiettivo di crescita ambizioso: almeno il 2% di crescita del Pil nel prossimo triennio, da consolidare e aumentare nel tempo”.
Immediata la risposta della premier Meloni, sempre dal palco dell’assemblea di Confindustria: ”Il nodo del costo dell'energia è una priorità del Governo. Per questo abbiamo stanziato 60 miliardi di euro per cercare di alleviare costi. Ma tamponare spendendo soldi pubblici non può essere la soluzione, quindi abbiamo accompagnato le risorse con diversi interventi”. Rispetto al costo dell'energia ”l’Esecutivo sta lavorando ad un'analisi del funzionamento del mercato italiano per comprendere se eventuali anomalie nella formazione del prezzo unico nazionale possano essere la causa di aumenti ingiustificati, perché sarebbe inaccettabile se ci fossero speculazioni sulla pelle di chi produce e crea occupazione”. E davanti al presidente del Parlamento europeo Metsola, Meloni aggiunge: “L'Europa abbia il coraggio di rimuovere quei dazi interni che si è autoimposta in questi anni, il rilancio del mercato unico europeo è una priorità che la può mettere al riparo da scelte protezionistiche d i altre nazioni”.
Meloni si dice d’accordo con la proposta di un piano straordinario per l'industria. E ricorda che ”nel nostro ultimo incontro a palazzo Chigi ho proposto un patto col sistema produttivo, individuando circa 15 miliardi nel Pnrr da rimodulare per sostenere l'occupazione e aumentare la produttività”.
Sempre da Bologna, la segretaria generale della Cisl Fumarola esprime ”apprezzamento convinto per la volontà espressa dal presidente di Confindustria di realizzare un patto con cui affrontare alcune delle principali priorità economiche e sociali del Paese”. E ritiene di assoluta importanza che la premier Meloni abbia annunciato che per questo accordo sono pronti 15 miliardi rivolti al lavoro. In particolare, aggiunge Fumarola, ”è da sottolineare con favore la disponibilità manifestata sia da Confindustria che dal capo del Governo a costruire, come indicato da lungo tempo dalla Cisl, un'intesa per affrontare sfide decisive come la sicurezza nelle comunità produttive, il rilancio dei salari, degli investimenti e della produttività, la valorizzazione e la qualificazione del lavoro, il rilancio delle competenze, la redistribuzione della ricchezza attraverso la contrattazione e il fisco”. La Cisl, conclude Fumarola, ”è da sempre impegnata nel promuovere un sistema di relazioni sociali e industriali fondato sulla corresponsabilità. E la legge sulla partecipazione appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale è una grande occasione per promuovere organizzazioni produttive che sappiamo valorizzare l'intelligenza collettiva, necessaria a competere ai massimi livelli”. Infine, è ”importante sviluppare un mix energetico che comprenda il nucleare di nuova generazione a sostegno della manifattura nazionale. È, poi necessario che l'Unione europea si dia linee guida su green deal e industria che non siano autolesioniste”.
Giampiero Guadagni