Domenica 21 dicembre 2025, ore 15:32

Automotive 

Salta lo stop ai motori termici dal 2035 

Brusco, per quanto ormai atteso, dietrofront di Bruxelles sul divieto totale di vendita dei motori termici dal 2035. Uno stop diventato il simbolo di un Green deal sempre più sotto pressione di industrie e governi. A dodici mesi dall'avvio del dialogo con il comparto dell'automotive in crisi, la Commissione Ue riscrive il regolamento sulle emissioni consentendo alle case automobilistiche di ridurre dal 2035 le emissioni CO2 allo scarico del 90% rispetto al 2021, non più del 100% come oggi previsto. La revisione varata a Strasburgo dopo intense discussioni tra i commissari - che hanno allungato di qualche ora i tempi di presentazione del pacchetto - lascia dunque spazio sul mercato post 2035 alla commercializzazione di veicoli con motori termici, ibridi plug-in e con range extender, non solo elettrici o a idrogeno. I colossi dell'automotive dovranno compensare quel 10% di emissioni rimanenti attraverso “crediti” che potranno accumulare con l'impiego di acciaio a basse emissioni “made in Europe” per la costruzione dei veicoli o con l'utilizzo di carburanti sostenibili, come e-fuel e biofuel avanzati. Purché precisa Palazzo Berlaymont - non siano biocarburanti di origine alimentare. Secondo le stime Ue, sul mercato post 2035 sarà ammessa una quota del 30-35% di veicoli non pienamente elettrici. “L'Europa rimane in prima linea nella transizione globale verso un'economia pulita”, ha assicurato la leader dell'esecutivo Ue Ursula von der Leyen, come a voler rassicurare che la revisione non minerà gli obiettivi di transizione dell'Ue. Quella arrivata da Strasburgo è però una “breccia nel muro dell'ideologia”, nelle parole del ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, che ha rivendicato il ruolo di Roma nel portare avanti la battaglia sul principio di neutralità tecnologica, oggi riconosciuto nelle norme riviste. Tuttavia "troppo poco", a detta del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che incalza l'Ue a “smettere di fare solo mezze cose: devono fare cose e oggi non le stanno facendo”.
Stellantis ritiene la scelta un primo passo che però “non affronta in modo significativo le questioni che il settore sta affrontando”, in particolare per i veicoli commerciali, mentre viene apprezzato il sostegno per le piccole auto.
La decisione dell'Ue “va incontro alla richiesta di neutralità tecnologica, che noi come Fim, insieme alle altre organizzazioni sindacali portiamo avanti da quando l'Ue ha proposto le regole su green deal. Introduce inoltre elementi di flessibilità, sulle sanzioni, sulle flotte aziendali, sui veicoli commerciali e sui veicoli pesanti”. È quanto sottolinea la Fim Cisl con il segretario generale Uliano e il coordinatore nazionale automotive Boschini. ”La proposta originaria - ricordano - presentava già dalle prime battute, grosse carenze sul piano della sostenibilità sociale e della tenuta del sistema dell'automotive nel continente europeo, soprattutto per la mancanza di una strategia complessiva su infrastrutture, incentivazioni e investimenti, determinando una posizione di svantaggio rispetto all'aggressiva concorrenza cinese sostenuta dallo stato. Quest' anno a febbraio abbiamo organizzato una grande manifestazione a Bruxelles con i sindacati metalmeccanici di tutt'Europa per chiedere all'Ue di sostenere con forti investimenti l'intera industria europea e la necessità di rivedere il green deal sulle auto che prevedeva lo stop delle motorizzazioni endotermiche entro il 2035 e multe pesanti per i produttori europei”. La proposta di martedì, che prevede per il settore automotive la possibilità di avere motorizzazioni ibride e termiche di auto e furgoni ”è un primo passo che va nella giusta direzione di rivedere il rigido regolamento sulle emissioni consentendo alle case automobilistiche di ridurre dal 2035 le emissioni CO2 allo scarico del 90% rispetto al 2021, non più del 100% come oggi previsto, introducendo il concetto di neutralità tecnologica. La proposta combina questa flessibilità con un meccanismo di compensazione, ma necessità di ulteriori modifiche. Le emissioni saranno compensate sia se i produttori utilizzano acciaio a basse emissioni di carbonio, sia tramite l'utilizzo di carburanti elettrici e biocarburanti su strada. Una proposta quest'ultima molto utile anche per il settore dell'acciaio europeo. In ultimo è sicuramente positiva anche la decisione di incentivare la produzione europea di mini-car elettriche accessibili”. La proposta che ora dovrà essere sottoposta al Parlamento e Consiglio europeo, concludono Uliano e Boschini, ”consentirà ai produttori di automobili e furgoni di raggiungere gli obiettivi nell'arco di cinque anni ed evitare di ricevere multe nel primo anno se non li raggiungono. Rimane sempre aperta la necessità di politiche industriali a livello europeo e nazionale, con fondi specifici, per sostenere il settore per recuperare il ritardo tecnologico accumulato negli ultimi anni”.
Giampiero Guadagni

( 17 dicembre 2025 )

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