Chissà cosa penserebbe Platone dell’attuale dibattito sull’insegna mento a scuola dell’educazione sessuale affettiva. La domanda è una delle tante che accompagnano la lettura de “Gli amanti” (Convivio editore), il quinto libro che Stefano Cazzato (docente di filosofia, saggista e collaboratore di diverse testate giornalistiche tra le quali Conquiste del Lavoro e Via Po) dedica all’allievo di Socrate e maestro di Aristotele.In questo nuovo lavoro Cazzato si concentra sul “Liside”, opera giovanile e tra le meno conosciute del grande pensatore ateniese. Platone racconta, essendone stato testimone diretto, il dialogo (di fatto un monologo) tra Socrate, in cammino dall’Accade mia al Liceo, e un gruppo di giovani che chiedono di dialogare con lui nel ginnasio, la palestra. Forse, ipotizza Cazzato, per un “gioco serio”: capire cosa riserva loro il futuro. Siamo nell’Atene del 400 a.C. e la palestra (in origine luogo di allenamento per le gare ginniche, poi centro di ritrovo e di educazione) è riservata ai cittadini, maschi, ateniesi. Al centro dell’attenzione si impone ben presto la figura di Liside, ragazzo di grande bellezza, del quale Socrate cerca di cogliere anche la nobiltà d’animo. Domande e risposte vertono sul senso dell’amicizia, come vicinanza di anime; e dell’eros, come amore dei sensi. Socrate, scrive Cazzato, “cerca la cosa cercata nel modo che più gli è congeniale”. Tramite cioè la dialettica. Avvia una indagine razionale e metodica, la stessa che aveva incantato il suo discepolo, portando i giovani interlocutori dal ludus al logos. Ma ora il discepolo è cresciuto e “la regia di Platone prevede che Socrate cambi strada”. Aprendo la filosofia al mistero. Passando dalle certezze iniziali ai crescenti dubbi, in un viaggio mentale costellato di ricalcoli del percorso. D’altra parte, osserva l’autore, “quando si parla di amore e cose simili, non si può andare oltre l’aporia. Bisogna ammetterla come intrinseca al discorso stesso. Ecco perché il discorso logico cede il passo a quello poetico, il topos al tropos”. Arricchendosi dunque di un contenuto diverso da quello originario e letterale. In questo senso, afferma l’au tore, Liside “è un tassello, assolutamente coerente con il Fedro e il Simposio, di un più ampio discorso sui limiti della ragione umana quando si confronta con una realtà difficile da inquadrare … una realtà che nessuna voce può esaurire, tanto più se ci si muove sul piano della logica, del vero o falso, del giusto o dell’ingiusto”. E alla fine, insomma, è impossibile dare una risposta alle questioni sollevate. Ma il sapere riconosce i propri limiti. Senza restare per questo a mani vuote. Ed è probabilmente questa ricerca continua, come ogni viaggio, il traguardo autentico. Con il rigore dello storico testimoniata da una ricca bibliografia, unito ad uno stile brillante che fa più volte affidamento alle sue doti di aforista, Stefano Cazzato ci restituisce un Platone vivo, anche grazie alle citazioni di Nietzsche, Barthes, Agamben, Lacan, Levinas, Brung-Chul Han, Benjamin e altri ancora: voci potenti che interpretano ed entrano in dialogo con il filosofo ateniese. Platone vivo, dunque, perché contemporaneo in ogni tornante della storia. Anche la storia di oggi. Con la necessità di un nuovo equilibrio tra immaginazione e ragione, tra sapienza e incertezza, tra abbondanza e mancanza. Platone non smette di sorprenderci. Certamente avrebbe avuto anche la capacità di dire qualcosa di inedito e non di platonico sul se e come insegnare educazione affettivo-sessuale nelle nostre scuole. Senza doversi piegare alle sempre avvolgenti esigenze del consenso sociale.
Stefano Cazzato, Gli amanti, Il Convivio Editore 2025, pp. 110, euro 14,00

