Domenica 6 luglio 2025, ore 9:53

Scenari

Buon 4 luglio, America tra follie “rep” ed ambizioni “demo”

Abbondate in bandierine a stelle e strisce: quest’anno la festa americana è più viva che mai, anche se le fazioni oscillano tra personalismi ed eccessi. I repubblicani, ad esempio, dovrebbero guardare al ritorno di Trump come alla politica shakespeariana, dato che negozia come un re feudale, in un nuovo stile di esercizio del potere. Matthew Gasda su Unheard ricorda come l’attacco di Israele all’Iran è stato, e continua a essere, negoziato in gran parte pubblicamente su X e Truth Social. “Questo non è del tutto spiegabile in termini di stile personale del Presidente Trump o di volontà di violare i precedenti, ma piuttosto di cambiamenti storici, più lenti e in atto, nel modo in cui il potere fluisce e si esprime. Lo spettacolo di leader mondiali che operano apertamente è diventato la norma solo di recente”. Possiamo dedurre che Trump stia postando come Trump, non come l’amministrazione Trump, scrive Gasda. Trump sta postando come un sovrano. “Sotto le vecchie forme di sovranità statale, stanno emergendo nuove forme di sovranità. Gli individui che sfruttano diverse tipologie di piattaforme - siano esse finanziarie, tecnologiche o mediatiche - hanno iniziato a esercitare un’influenza di tipo statale. I funzionari eletti, in contrasto con le agenzie di intelligence, la burocrazia e i legislatori, possono uscire dai parametri del governo per persuadere, isolare e smantellare i conglomerati di potere. Quando viene eletto un populista legato al capitale e alla tecnologia, come Trump, questo tipo di sconvolgimento raggiunge il suo apice. Il Presidente si comporta per certi versi come un attore non statale che opera all’interno dello Stato, e per altri come un avatar dello Stato. Se questo sembra confuso, è perché lo è”. Quando Trump ha twittato che i cittadini di Teheran avrebbero dovuto evacuare, tutte le autostrade che portavano fuori città si sono bloccate in pochi minuti. In questo secolo, né Biden, né Obama, né George W. Bush hanno usato i poteri della presidenza in questo modo. Quando un miliardario come Bill Ackman twitta il suo sostegno a Israele, non sta solo condividendo un’opinione, sta alludendo a dove e come fluiranno i suoi capitali. Allo stesso modo, le battaglie di Trump con Harvard non riguardano solo un modo per attaccare i liberali in senso simbolico, ma per cauterizzare alcune fonti di contropotere soft. Per l’autore, forse l’indicazione più significativa di un cambiamento radicale nel funzionamento del potere è stata l’esplosiva guerra sui social media tra il presidente Trump ed Elon Musk. Il linguaggio di Musk era classicamente shakespeariano: un potente vassallo che si scaglia contro il re che ha contribuito a intronizzare. Dopo la risposta di Trump, il crollo di 150 miliardi di dollari del valore di mercato di Tesla è sembrato una perdita sul campo di battaglia. Quando Musk ha minacciato di “iniziare a smantellare la navicella spaziale Dragon di SpaceX”, ha assunto l’aspetto di un granduca che si rifiuta di mandare il suo seguito a unirsi alla campagna militare del re. “Questi sono esempi di feudalesimo, non di potere statale centralizzato o moderno. Il potere appare sempre più condiviso, distribuito in modo asimmetrico; assoluto solo in piccole sfere, e queste sfere si sovrappongono. Questi scambi - che siano tra Trump e Musk o Trump e Khamenei - ricordano le descrizioni di Johan Huizinga, nel suo libro Il declino del Medioevo, di un’epoca in cui faide e vendette erano il punto cardinale della politica e le popolazioni si stringevano attorno a figure aristocratiche che reclamavano vendetta. Il tardo Medioevo fu un periodo in cui la personalità garantiva la stabilità politica, l’instabilità personale prediceva il caos politico e l’orgoglio guidava gli affari pubblici. Tecno-aristocratici come Musk, Bezos e Zuckerberg possiedono già ricchezza e potere operativo paragonabili a quelli di uno stato. Trump 2.0 si modella su un’azienda tecnologica, e le aziende tecnologiche assomigliano sempre più a governi. Ora che Trump può negoziare un cessate il fuoco o bloccare il traffico di Teheran con un tweet, e Musk può minacciare di ritirare le infrastrutture spaziali per motivi personali, siamo tornati a un mondo in cui il carattere individuale conta più del processo sistemico. Vent’anni fa, questo sarebbe stato impensabile”. Questo ritorno al feudalesimo shakespeariano suggerisce sia promesse che pericoli, certamente pericoli per l’Iran. “Nelle opere di Shakespeare, il rischio personale autentico e la nobiltà coesistono con una terrificante imprevedibilità nella politica di corte. E non passerà molto tempo prima che personalità carismatiche eclissino ancora una volta i vincoli istituzionali e individui sovrani arrivino a rivaleggiare con stati sovrani. Questa è la nostra nuova politica shakespeariana: il personale e il tragico, giocati su scala globale”. Negli Usa 2025, non va meglio ai democratici. In un articolo pubblicato sempre su Unheard, Ryan Zickgraf descrive Rahm Emanuel come “il peggior ritorno al passato del 2025. È il Machiavelli della capitolazione democratica”. L'ex capo dello staff di Barack Obama e futuro sicario del Partito Democratico, a quanto pare, è “abbronzato, riposato e pronto dopo il suo ruolo discreto di ambasciatore di Joe Biden in Giappone, e sta sondando il terreno per una candidatura presidenziale per il 2028. Entra in scena Emanuel, che fiuta l’opportunità ed è ansioso di interpretare quel ruolo: brizzolato, pragmatico e così combattivo da essere soprannominato ’Rahmbo’. Ma il grosso problema di Rahm che cerca di diventare presidente non è il suo stile da cane da caccia, ma chi e a cosa sta abbaiando. Di piroette ne ha fatte anche lui, ma nelle file dei democratici. “Se non si riusciva a battere i neoconservatori, sembrava suggerire la sua logica, tanto valeva diventarli, ma con maniere migliori, più piste ciclabili e bar gay più cool”. Zickgraf cita allora Thomas Frank: “(Rahm) ama una classe di cittadini e ne disapprova fermamente un’altra. Imprenditori, bene. Sindacati, male”. Di lui scrive che “quando non era impegnato a ridimensionare magicamente l’agenda di Obama, Emanuel faceva soldi a Wall Street: più di 16 milioni di dollari come investment banker in pochi anni”. Perché il dio denaro è sempre la guida dei futuri presidenti americani. “Per i democratici disperati che hanno una tribuna estremamente ridotta, Emanuel sembra un adulto. Per tutti gli altri, sembra il motivo per cui hanno smesso di votare. Invece, minaccia di tornare come un nostalgico sequel degli anni Duemila che nessuno aveva chiesto; un film gradito quanto indossare jeans a vita bassa con un perizoma in vista a un’udienza di conferma al Senato”. Buon Independence Day, America. Festeggia pure l’adozione della Dichiarazione di Indipendenza nel 1776, quando le tredici colonie americane si dichiararono indipendenti dalla Gran Bretagna, con parate, fuochi d’artificio, barbecue e altre celebrazioni patriottiche. Mangia pure il tuo tacchino ripieno, ma per favore, medita sul tuo futuro. E su quello del mondo, dato che ne hai una certa responsabilità. 
Raffaella Vitulano

( 3 luglio 2025 )

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