Domenica 26 ottobre 2025, ore 0:00

Medio Oriente

Gaza, firmato l’accordo sulla prima fase del piano

Alle 2,52, ora italiana, è arrivato l’annuncio di Trump. Alle 15 l’ufficialità della firma, in mattinata in Egitto, di Israele e Hamas. Dopo 1200 caduti nell’attentato del 7 ottobre 2023, 251 israeliani tenuti in ostaggio e la risposta dell’IDF, che ha ucciso almeno 67.183 persone tra cui 20.179 bambini, secondo il ministero della salute palestinese, tacciono le armi a Gaza. “Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi firmato la prima fase del nostro piano di pace. Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte e duratura”, ha scritto il presidente degli Stati Uniti sul suo social media, Truth. Secondo Trump l'accordo di pace tra Israele e Hamas potrebbe avere un impatto su tutta la regione, includendo persino i contributi dell’Iran. “Questo è più di Gaza: questa è la pace in Medio Oriente”, ha affermato in un'intervista a Fox News, convinto che anche Teheran “sarà effettivamente parte integrante dell'intera situazione di pace”. Che, tuttavia, è ancora da tutta da stabilire. L’accordo, infatti, è solo sulla “prima fase” del piano proposto da Washington. A confermarlo sono funzionari USA, citati da Abc News, che specificano che i colloqui si sono concentrati quasi esclusivamente su ciò che accadrà nelle prime settimane dell'accordo: il ritiro parziale israeliano da Gaza e lo scambio di quasi 50 ostaggi tra vivi e morti con prigionieri palestinesi. Alcuni dei punti più difficili come il governo di Gaza e il disarmo di Hamas non fanno parte dell’intesa, e devono quindi ancora essere negoziati. Il Times of Israel scrive che l’esercito israeliano si sta preparando per il suo ritiro parziale da Gaza. In una dichiarazione, l’IDF afferma che "secondo le direttive di livello politico e in conformità con una valutazione della situazione ha avviato i preparativi operativi per l'attuazione dell’accordo”. L'esercito afferma di essere pronto a spostare le truppe verso “linee di schieramento modificate nel prossimo futuro”. Il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, accoglie con favore l’accordo ed esprime “la speranza che questi sforzi siano il preludio a una soluzione politica permanente, che porti alla fine dell'occupazione israeliana dello Stato di Palestina e alla creazione di uno Stato palestinese indipendente”. Time of Israel scrive pure che secondo un “alto funzionario di Hamas”, Israele rilascerà 1.950 prigionieri palestinesi in cambio di 20 ostaggi ancora in vita: la cifra include 250 ergastolani e altri 1.700 detenuti dall'inizio della guerra. Lo scambio dovrebbe avvenire entro 72 ore dall'entrata in vigore dell'accordo, che è stato anche "concordato con le fazioni palestinesi", afferma un'altra fonte interna a Hamas. L’ala oltranzista del governo israeliano si oppone all’intesa. Il ministro delle finanze, Bezalel Smotrich, scrive su X che “c'è un'immensa paura delle conseguenze dello svuotamento delle prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader terroristi che faranno di tutto per continuare a versare fiumi di sangue ebraico”. Solo per questo motivo, aggiunge, “non possiamo unirci a festeggiamenti miopi o votare a favore dell’accordo”. 
Pierpaolo Arzilla 
 

( 9 ottobre 2025 )

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