Al termine di una settimana di psicodramma politico, la Francia torna al punto di partenza. Il presidente Emmanuel Macron ha nuovamente nominato Sébastien Lecornu come primo ministro, dandogli «carta bianca» per formare un nuovo governo. "Accetto - per dovere - la missione affidatami dal Presidente della Repubblica ke di affrontare i problemi quotidiani dei nostri connazionali", ha scritto Lecornu su X subito dopo la riconferma a Matignon. "Farò di tutto per riuscire in questa missione: dobbiamo porre fine a questa crisi politica, che sta esasperando il popolo francese, e a questa instabilità, che è dannosa per l'immagine della Francia e per i suoi interessi".
"Una vergogna democratica, un'umiliazione", tuona il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella,
annunciando la sfiducia al nuovo governo. Sfiducia annunciata anche dalla France Insoumise che torna ad invocare le dimissioni di Macron. Il leader Insoumis, Jean-Luc Mélenchon, parla di "ridicola commedia", mentre il portavoce dei socialisti assicura che non c'è "alcun accordo di non censura" al momento con il neo-premier incaricato.
L'annuncio dell'Eliseo è arrivato al fotofinish, allo scadere delle 48 ore che lo stesso Macron si era dato per trovare una
soluzione, e al termine di una giornata di frenetiche consultazioni con i leader dei partiti, fatta eccezione per il
Rassemblement National di Marine Le Pen e La France Insoumise di Mélenchon.

