Trump meglio di Trump. I record, del resto, sono fatti per essere battuti. Il 5 novembre 2025 va agli archivi come il 36esimo giorno di blocco del bilancio (shutdown, per quelli che parlano male), che diventa così il più lungo della storia statunitense, superando il risultato stabilito da The Donald nel suo primo mandato. Ma non è tutta colpa sua. Dal 1981, guarda caso (e cioè Reagan, reaganomics, fine del keynesismo, demolizione controllata dello stato sociale e dei diritti del lavoro, monetarismo, moderazione salariale, indebolimento sistematico dei sindacati, deregolamentazione, ossessione per il controllo del debito pubblico e laissez faire sugli eccessi di quello privato, soprattutto di banche e imprese, il thatcherissimo TINA - there is no alternative - non c’è alternativa al modello liberista alla società competitiva, la libera circolazione dei capitali che ha avviato la deindustrializzazione, e si potrebbe continuare all’infinito), è già la 15esima paralisi delle attività amministrative. La causa è un Congresso sempre più polarizzato negli ultimi 40 anni, si dirà. L’attuale stallo, però, si distingue dai precedenti, e non solo per la sua durata, poiché la dinamica partigiana, secondo cui tali situazioni erano spesso provocate dai Repubblicani, si è invertita. I Democratici, però, vogliono annullare i tagli al programma governativo di previdenza sociale per le persone a basso reddito, previsti dal bilancio. Mentre i due schieramenti litigano e si accusano a vicenda, la situazione si fa sempre più pesante. I danni causati aumentano di giorno in giorno. Per la prima volta, i programmi di assistenza alimentare sono stati sospesi, mentre i dipendenti degli aeroporti federali, le forze dell'ordine e i soldati rimangono senza stipendio. Il governo federale ha smesso di pubblicare numerosi dati economici, lasciando lo stato dell'economia avvolto nell'incertezza. Il Senato ha votato contro un disegno di legge di finanziamento temporaneo dell’amministrazione, approvato dalla Camera più di una dozzina di volte, senza che nessun senatore abbia cambiato posizione. Sebbene i repubblicani di Donald Trump controllino il Senato con 53 voti a favore e 47 contrari, è necessaria una soglia di 60 voti per approvare questo tipo di provvedimenti, il che significa che almeno 7 senatori democratici devono unirsi ai loro omologhi repubblicani. Da sabato scorso, il programma SNAP (Supplemental nutrition assistance program) ha esaurito i fondi, privando circa 42 milioni di americani di buoni pasto mensili per un valore di circa 180 dollari. L'assistenza alimentare “non verrà erogata finché i Democratici di sinistra radicale non rimetteranno in moto il governo, cosa che possono fare facilmente”, ha scritto Trump sul suo social network Truth. Gli aeroporti statunitensi stanno subendo notevoli disagi, con oltre 3,2 milioni di passeggeri colpiti da ritardi o cancellazioni dei voli dall'inizio della chiusura, a causa della carenza di controllori di volo e personale di sicurezza, che non vengono pagati. Se dovesse protrarsi un’altra settimana, secondo le stime del Congressional Budget Office, la paralisi del bilancio potrebbe costare all'economia statunitense 11 miliardi di dollari.
Pierpaolo Arzilla

