Lunedì 2 giugno 2025, ore 22:30

Bruxelles 

Safe, accordo sullo strumento Ue da 150 miliardi per la difesa 

Il Safe (Strumento di azione per la sicurezza dell’ Europa), il fondo da 150 miliardi immaginato dalla Commissione europea per sostenere gli appalti congiunti e la difesa Ue, è stato approvato dai 27. Lo fa sapere la presidenza polacca. "Ottima notizia!", ha commentato la presidente Ursula von der Leyen. "L'Europa sta assumendo maggiori responsabilità per la propria difesa in un mondo sempre più pericoloso: ciò significa capacità all'avanguardia per la nostra Unione, per l'Ucraina e per il nostro continente nel suo complesso", ha dichiarato. In effetti, parte integrante del piano di riarmo europeo, con cui von der Leyen punta a mobilitare 800 miliardi in quattro anni, il fondo è ora a un passo dalla creazione: manca solo l’approvazione definitiva dei ministri dei 27, che è attesa per il 27 maggio.

"Quanto più investiamo nell’equipaggiamento dei nostri eserciti, tanto più scoraggeremo coloro che vogliono farci del male", ha affermato la presidenza di turno polacca del Consiglio dell’Ue annunciando l’accordo. Fonti diplomatiche riferiscono di compromessi né ovvi né facili, che hanno permesso di superare le resistenze di alcune capitali e che garantiranno un’equa distribuzione dei prestiti tra gli Stati membri.

La priorità, come messo ben in chiaro dalla stessa von der Leyen con il ricorso alla procedura d’urgenza per tutto il pacchetto Rearm Europe (che di fatto esautora il Parlamento della funzione colegislativa), era agire con rapidità. Già 16 Paesi hanno richiesto l’attivazione della clausola di salvaguardia del Patto di stabilità e crescita per sostenere spese aggiuntive per la difesa, l’altro strumento messo a disposizione dalla Commissione europea. Ora - ha commentato su X Antonio Costa, presidente del Consiglio Europeo - un altro "passo importante verso un’Europa più forte, che mantiene gli impegni assunti dai leader dell’Ue a marzo, aiutando gli Stati membri a investire congiuntamente nella difesa europea e a rafforzare la nostra sicurezza comune".L’obiettivo di Safe è raccogliere fino a 150 miliardi di euro sui mercati dei capitali che saranno erogati sotto forma di prestiti diretti agli Stati membri che ne faranno richiesta, sulla base di piani nazionali. Prevede procedure d’appalto comuni semplificate e accelerate, e - spiegano fonti diplomatiche - due categorie di prodotti ammissibili.

Da un lato munizioni e missili, sistemi di artiglieria, capacità di combattimento terrestre e relativi sistemi di supporto, piccoli droni e sistemi anti-drone, sistemi di protezione delle infrastrutture critiche e per la mobilità militare. Dall’altro, sistemi di difesa aerea e missilistica, capacità marittime di superficie e subacquee, droni, sistemi per il trasporto aereo strategico e per il rifornimento in volo, risorse e servizi spaziali e sistemi di intelligenza artificiale. Ma c’è anche un altro dato da tenere in considerazione: cresce l’opposizione alla riforma del bilancio comunitario voluta da Ursula von der Leyen. Oltre ai dubbi sollevati dagli enti locali e dall’Eurocamera, ora arriva anche il fuoco amico del suo stesso Partito popolare europeo (Ppe). Il gruppo parlamentare dei cristiano-democratici ha ribadito le medesime perplessità espresse dall’Aula qualche settimana fa, puntando il dito contro gli elementi chiave del nuovo budget settennale al quale nel Berlaymont si lavora sottotraccia da mesi.

Sembra non esserci pace per la famigerata riforma che Ursula von der Leyen ha in mente per il bilancio pluriennale dell’Ue (il Qfp, o Mff nell’acronimo inglese), finalmente svelata al pubblico un paio di giorni fa. Nel nome della flessibilità e dell’efficienza, il capo dell’esecutivo a dodici stelle ha delineato i contorni di una vera e propria rivoluzione nella struttura stessa del budget per il periodo di programmazione 2028 -2034. In sostanza, si applicherebbe il "modello Rrf", cioè quello del dispositivo per la ripresa post-pandemica: 27 piani nazionali (in stile Pnrr), tranches erogate in base all’implementazione di riforme da parte degli Stati membri, target e milestones da centrare e accorpamento di vari programmi sotto ombrelli più ampi.

Ad esempio, le risorse destinate alla politica agricola comune (Pac) e a quella di coesione - i due principali capitoli di spesa, che consumano ciascuno circa un terzo del Qfp - verrebbero fuse in un unico maxi-fondo.L’Eurocamera aveva levato gli scudi a inizio mese, quando i deputati hanno snocciolato una serie di "no" alla riforma targata von der Leyen e a cui lavora anche il commissario al Bilancio, Piotr Serafin. Soprattutto, hanno rifiutato l’impostazione centralizzatrice imperniata sui piani nazionali, così come l’introduzione di un nuovo Fondo per la competitività, voluto dal numero uno del Berlaymont per dare nuovo slancio alla politica industriale europea finita in cima all’agenda di Bruxelles dallo scorso anno.

Rodolfo Ricci

( 23 maggio 2025 )

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