La Commissione propone 2 soluzioni per sostenere finanziariamente l’Ucraina per il biennio 2026-2027. Le 2 ipotesi prevedono “prestiti dell’UE” e un “prestito per riparazioni”. Le soluzioni rappresentano un passo fondamentale, dice la Commissione, per rispondere all'impegno del Consiglio europeo di far fronte alle future esigenze di bilancio e di difesa dell'Ucraina. Le proposte si basano sulle opzioni presentate da von der Leyen il 17 novembre scorso a seguito dell'invito del Consiglio europeo a presentare opzioni per il sostegno finanziario all'Ucraina e a ulteriori discussioni con gli Stati membri. Il pacchetto, spiega Palazzo Berlaymont, è concepito per rispondere alle mutevoli esigenze di finanziamento dell'Ucraina in modo flessibile ed efficace, “indipendentemente dalla situazione sul campo, indipendentemente dal fatto che il Paese sia in guerra o in pace”. Nello specifico, lo schema è composto da una proposta di regolamento per istituire un prestito per le riparazioni; una proposta per vietare qualsiasi trasferimento di attività della Banca centrale russa immobilizzate verso la Russia; una proposta di modifica dell'attuale quadro finanziario pluriennale per consentire l'utilizzo del bilancio dell'UE a sostegno di un prestito all'Ucraina, che potrebbe servire a entrambe le soluzioni proposte. Ci sono, poi, 2 proposte che mettono in atto importanti salvaguardie per il prestito per le riparazioni, per proteggere gli Stati membri dell'UE e le istituzioni finanziarie da possibili misure di ritorsione. Esse saranno rese pubbliche una volta che il Consiglio avrà preso posizione al riguardo, secondo le procedure applicabili, che saranno integrate da una proposta parallela di decisione del Consiglio presentata dall’alta rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas. “Stiamo proponendo soluzioni per contribuire a coprire il fabbisogno finanziario dell'Ucraina per i prossimi 2 anni, sostenere il bilancio dello Stato, rafforzare la sua industria della difesa e la sua integrazione nella base industriale europea della difesa”, ha commentato Ursula von der Leyen. “Proponiamo - ha affermato - di creare un prestito per le riparazioni, utilizzando i saldi di cassa delle attività russe bloccate nell'UE, con solide garanzie per i nostri Stati membri. Stiamo aumentando il costo della guerra di aggressione della Russia. E ciò dovrebbe fungere da ulteriore incentivo per la Russia a impegnarsi al tavolo dei negoziati”. Secondo indiscrezioni del Financial Times, la BCE considera il piano UE di trasformazione di 140 miliardi di euro di beni statali russi, detenuti in Belgio, in un “prestito di riparazione” per sostenere finanziariamente Kiev, “non in esame” perché “violerebbe le norme dei trattati europei che proibiscono il finanziamento monetario”. Una posizione che, secondo Antonio Tajani, “complica il lavoro su se e come poter utilizzare i beni congelati”. Il problema, ha rilevato il ministro degli esteri, sono le garanzie: “Bisogna fare uno studio giuridico approfondito, se si può fare o non si può fare, e considerare anche la stabilità dell’eurozona. Politicamente noi siamo favorevoli, il problema è se giuridicamente tutto ciò si può fare, se non si creano scosse”.
Pierpaolo Arzilla

