Ci sono novità. L’Annual Eu Budget Conference di Bruxelles ha rappresentato un momento cruciale per la Commissione europea, con la presidente Ursula von der Leyen che ha messo in luce l’urgenza di trovare nuove risorse proprie per il bilancio. In un contesto caratterizzato da sfide economiche e geopolitiche, von der Leyen ha sottolineato che il sostegno a progetti strategici, come il Next Generation EU (Ngeu), non può ricadere esclusivamente sui bilanci nazionali, già sotto pressione."Abbiamo bisogno di nuove risorse di finanziamento per le priorità emergenti dell’Ue", ha dichiarato. Ha chiarito che il pacchetto di proposte già presentato rappresenta solo un primo passo verso una soluzione sostenibile. La ricerca di queste soluzioni è complessa e richiederà un confronto serrato tra gli Stati membri.
È consapevole delle difficoltà politiche che tale discussione comporta, avvertendo che "non esiste una soluzione miracolosa". Questo sottolinea l’importanza di un dialogo costruttivo e di scelte coraggiose. Quindi, non più soldi 'a pioggia' o sulle buone intenzioni, e neppure più la formula 'tutto e subito". Dal 2028 si cambia regime: i soldi del bilancio Ue saranno erogati agli Stati membri un poco per volta, solo dopo aver raggiunto risultati concreti. Ursula von der Leyen vuole fare trasferire il modello dei Piani nazionali per la ripresa (Pnrr) al budget pluriennale (Mff 2028-2034), legando finanziamenti a obiettivi e traguardi.
"Il nuovo bilancio - ha sottolinea to - sarà più rapido, concentrandosi non solo su quanto viene speso, ma anche su ciò che viene realizzato per i nostri cittadini e le nostre imprese". E’ qui ed è per questo che "faremo affidamento sulla nostra recente esperienza in termini di traguardi e obiettivi" alla base dell’utilizzo del Recovery Fund, che finanzia i Pnrr: “Ogni tranche di finanziamento verrà erogata al raggiungimento degli obiettivi concordati. Perché questo è il più forte incentivo a fare le cose. Spendere bene, in modo efficiente, senza sprechi, così da avere alla fine ciò che serve per migliorare economia e vita di tutti i giorni. All’interno di questo solco si inserisce anche una nuova impalcatura, considerata troppo ingessata e rigida, e per questo poco funzionale.
"Oggi il 90% del bilancio è pre-assegnato fin dall’inizio", lamenta la presidente dell’esecutivo comunitario. In altre parole, oggi si lavora con un bilancio predisposto negli anni 2019 e 2020. L’Ue lavora dunque con cinque anni di ritardo rispetto al programmato, e l’attuale modello non permette di agire per tempo rispetto alle sfide, specie quelle improvvise come quelle climatiche o geopolitiche. La Commissione vuole dunque "flessibilità" di bilancio. Serve, scandisce von der Leyen, "un quadro pluriennale più flessibile, agile e reattivo". Meno soldi pre-allocati e più facili da utilizzare. In questo dibattito il collegio di commissari sta ragionando a un’operazione tanto innotiva quando radicale: nell’impossibilità di raggiungere un grado considerato soddisfacente di flessibilità di spesa si potrebbe ridurre la durata del bilancio comune, renderlo più corto, non più settennale ma magari quadriennale o quinquennale.
L’idea sulla durata ancora non c’è, ma nel documento sul dibattito orientativo sul tema emerge l’idea in seno al collegio. Von der Leyen tiene comunque a precisare che in questo processo di revisione e riforma il programma per la ricerca non sparirà. "Horizon Europe rimarrà un programma autonomo", assicura. "È un marchio di eccellenza, il programma di ricerca più rinomato al mondo. Ma sarà strettamente collegato al nostro Fondo per la competitività", per rispondere meglio alle nuove esigenze e alla nuova agenda a dodici stelle che fa della competitività una priorità.
Rodolfo Ricci