Domenica 22 giugno 2025, ore 16:01

Attualità

Metalmeccanici in piazza per riaprire la trattativa sul contratto

Sono migliaia i metalmeccanici scesi in piazza in tutta Italia nel giorno dello sciopero nazionale indetto per riaprire la trattativa sul contratto e rilanciare il settore. Dopo la rottura unilaterale della parte datoriale, i sindacati puntano a riavviare il confronto e ottenere incrementi salariali dignitosi. 
“Il nuovo assetto nel gruppo dirigente di Federmeccanica - dice il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, al termine della manifestazione dei metalmeccanici a Bologna - deve dirci da subito se intende riaprire il negoziato. Qualora non lo facesse, la valutazione che le segreterie faranno sarà quella di mettere in atto altre iniziative e naturalmente saranno iniziative ancora più pesanti di quelle che abbiamo messo in atto in questi giorni”. L’auspicio di Uliano è che il futuro presidente dell’associazione, Silvano Simone Bettini, “cambi l'impostazione negoziale” e riapra “le trattative” con i sindacati per rinnovare il contratto, “anche perché ha già ricevuto critiche all'interno di Federmeccanica di gruppi importanti che hanno contestato la conduzione di questo negoziato”. “Siamo impegnati come segreterie  - conclude il leader Fim - a incontrarci successivamente alla sua elezione per valutare quali sono le altre iniziative da mettere in campo qualora non riaprissero la trattativa senza pregiudiziali”.
Massimiliano Nobis, segretario nazionale Fim Cisl, che partecipa alla manifestazione di Genova, ricorda che il contratto è scaduto da un anno e da novembre i sindacati non vengono convocati, “con la scusa della richiesta salariale”. Ma il contratto appena  firmato con le cooperative industriali, aggiunge Nobis, “dimostra che è una scusa”. 
Anche la leader cislina, Daniela Fumarola, invita Federmeccanica a riconvocare “subito il tavolo negoziale, ristabilendo le condizioni per una trattativa costruttiva e responsabile, verso un rinnovo che faccia progredire adeguatamente tutele, welfare, diritti e salari”. “Una sfida che riguarda non solo le parti sociali - afferma Fumarola -, ma anche la capacità del sistema industriale italiano di valorizzare il lavoro, puntare sull'innovazione, costruire coesione. Continuare a ignorare questa domanda di giustizia e partecipazione significa frenare coesione e sviluppo”.
La lotta dei metalmeccanici, sottolinea Stefano Bonazzi, segretario Fiom Cgil Genova, è una delle “più aspre per il contratto degli ultimi 30 anni; 40 ore di sciopero non si vedevano dal 1997”. “Federmeccanica - aggiunge - si è spaccata, con i grandi gruppi che si sono pronunciati per la riapertura della trattativa, ma non è ancora abbastanza”.
Antonio Apa, segretario Uilm Liguria ricorda che le  40 ore di sciopero cumulate dai metalmeccanici “hanno causato dei danni all'impresa, ma hanno fatto perdere anche circa 700 euro ai lavoratori”. “Lo sanno tutti che c'è un problema salariale - aggiunge -, che diventa una questione impellente, non solo per i lavoratori, ma perché i lavoratori hanno  la massa di denaro da spendere per comprare le merci che producono le imprese”.
Nel settore metalmeccanico i fronti e le vertenze aperte sono numerosi. I sindacati di categoria hanno lanciato di recente un allarme sulla possibile vendita Marelli. Si temono chiusure e licenziamenti e le sigle del settore hanno chiesto un confronto al Governo e l’apertura all’ipotesi di ingresso statale nel capitale del gruppo.
A destare preoccupazioni è anche il futuro dello stabilimento Stellantis di Melfi, dove è stato raggiunto un accordo per il rinnovo del contratto di solidarietà (Cds), valido dal 27 giugno  prossimo al 26 giugno 2026. La solidarietà interesserà 4.860 lavoratori. “Il rinnovo del Cds - sottolinea il segretario regionale della Fim Cisl Basilicata, Gerardo Evangelista - è uno strumento utile per accompagnare una fase di transizione delicata, ma da solo non basta: servono strategie più incisive per rilanciare lo stabilimento di Melfi, punto nevralgico dell'industria automobilistica lucane”. Per la Fim Cisl, “il prossimo passo dovrà essere l'avvio di un confronto con il nuovo amministratore delegato, Antonio Filosa, per garantire continuità al progetto Melfi, trovando il giusto equilibrio in uno scenario industriale caratterizzato da una concorrenza sempre più agguerrita”. Oltre all’impegno del gruppo Stellantis, il sindacato chiede quello delle istituzioni. Evangelista lancia un appello alla Regione Basilicata per “migliorare le infrastrutture e sostenere l'innovazione, gli impianti e la ricerca è fondamentale per garantire la sostenibilità dello stabilimento e dei livelli occupazionali”. “Il futuro di Melfi e del suo indotto - spiega - dipenderà non solo dal mercato, ma anche dalla capacità di agire con visione, responsabilità e azioni concrete a tutela del lavoro”.
Ilaria Storti

( 19 giugno 2025 )

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