Venerdì 9 maggio 2025, ore 9:10

Industria

Bene il piano presentato da Elkann: ora rispettare i tempi dei lanci produttivi

Le comunicazioni fatte al Parlamento dal presidente di Stellantis, John Elkann, ribadiscono quanto già annunciato in sede Mimit il 14 e il 17 dicembre, evidenziando un cambio d’impostazione rispetto alla gestione Tavares”. Così Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim, alla fine dell’audizione del presidente e amministratore delegato ad interim di Stellantis, John Elkann, davanti alle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato.
Bene per il sindacalista l’impegno assunto anche in sede parlamentare, di considerare l’Italia come un paese centrale nella strategia di Stellantis e di non chiudere stabilimenti. “Tuttavia - afferma - è fondamentale che vengano rispettati i tempi dei lanci produttivi già comunicati alle organizzazioni sindacali, poiché questo consentirebbe una riduzione dell’impatto negativo che la cassa integrazione continua ad avere su tutti gli stabilimenti del Gruppo”.

Uliano ci tiene a sottolineare il fatto che le iniziative sindacali intraprese nel corso del 2024, che hanno portato anche alla rimozione dell’amministratore delegato Tavares, hanno determinato un cambio di rotta strategico. “In particolare - continua il sindacalista - l’adozione di motorizzazioni ibride per cogliere le opportunità di mercato rappresenta un passo importante per aumentare i volumi produttivi. Inoltre, l’implementazione in Italia della piattaforma per le vetture più piccole e il maggiore impegno nei confronti dell’indotto delle aziende italiane sono segnali positivi, ma chiediamo ulteriori garanzie per il settore”. Per la Fim però mancano ancora risposte chiare sul rilancio di Maserati negli stabilimenti italiani. “Tale rilancio è necessario per mettere in sicurezza l’occupazione in realtà strategiche come Mirafiori e Modena - insiste Uliano - . Inoltre è indispensabile che Stellantis investa in una gigafactory nel nostro paese. Se non è possibile realizzarla con Acc, occorre trovare sinergie con altri soggetti, ma l’Italia deve dotarsi di una produzione di batterie in grado di rendere più competitive le nostre produzioni automobilistiche”.

La Fim ritiene cruciale, anche un intervento strutturale sul costo dell’energia “per eliminare ogni possibile alibi agli investimenti industriali nel nostro paese”. Allo stesso tempo, “la politica e i parlamentari italiani devono lavorare per modificare le posizioni del piano Ue sull’auto, destinando un fondo specifico per il settore, sul modello del Next Generation EU. Solo così - conclude Uliano - sarà possibile mettere in sicurezza un comparto strategico dell’economia italiana e difendere l’occupazione nel settore automobilistico”.

Per il segretario generale della Fiom, Michele De Palma: “Le incertezze occupazionali rimangono. La mancanza di investimenti su ricerca, sviluppo e l’assenza di prospettiva produttiva industriale, ci dice che i numeri del 2025 saranno peggiori di quelli di un 2024 già drammatico. L’obiettivo del milione di auto prodotte in Italia si allontana visto che si riducono i volumi produttivi e aumenta la cassa integrazione e i lavoratori inviati all’estero. Chiediamo di riconoscere nell’immediato un’integrazione al reddito della cassa integrazione per i lavoratori che ormai da anni possono contare solo sugli ammortizzatori sociali. Rimane urgente avviare un confronto a Palazzo Chigi, tra impresa, sindacati e Governo, per arrivare a un accordo che garantisca il futuro degli stabilimenti e dell’occupazione, rilanci la produzione puntando sull’autonomia in ricerca e sviluppo”.

Da parte sua il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso afferma che l’audizione di Elkann ha rappresentato un punto di svolta rispetto a quanto aveva espresso l’allora amministratore delegato Tavares nella sua audizione. “Un punto di svolta netto - afferma - di un’azienda che finalmente torna a porre gli stabilimenti italiani centrali nel loro piano di sviluppo internazionale”.

Sara Martano

( 20 marzo 2025 )

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