Domenica 15 giugno 2025, ore 17:42

Lavoro

Distretto tessile di Prato: a rischio 1.500 imprese e 10mila posti

Nel distretto tessile di Prato sono a rischio 1.500 imprese e 10mila posti di lavoro. 
A minacciare direttamente queste aziende sono le normative europee che stanno per cambiare nel tentativo di regolare l'economia circolare. Numeri impressionanti, elaborati da Confindustria Toscana Nord. Il settore artigiano sarebbe il più colpito, ma gli effetti si sentirebbero lungo tutta la filiera produttiva. Per questo una delegazione della città toscana, con rappresentanti di istituzioni, categorie economiche e sociali che compongono il "Tavolo del distretto", guidata dalla sindaca Ilaria Bugetti, è andata a Bruxelles per spiegare ai rappresentanti delle istituzioni europee che con le loro decisioni stanno per causare un disastro. Colpa di un approccio talebano e della sostanziale ignoranza della realtà, con effetti negativi per lo stesso ambiente che si vorrebbe tutelare, perché ad essere colpito sarebbe un distretto che sulla circolarità è nato e che ancora ne fa un tratto distintivo. Per Prato, senza retorica, è una battaglia per la sopravvivenza e così si è cercato di investire di questa responsabilità Commissione e Parlamento europei. 
A Bruxelles la delegazione pratese ha prima incontrato Paulina Dejmek Hack, capo gabinetto della commissaria Jessika Roswall; successivamente, insieme agli europarlamentari Dario Nardella del Pd e Francesco Torselli di Fratelli d'Italia, ha parlato con una delegazione del Parlamento europeo, per presentare sei proposte concrete. 
“Siamo qui - ha detto la sindaca Ilaria Bugetti - con una sola voce per raccontarvi cosa è stata, cos'è e cosa vorrà essere Prato. Abbiamo capacità, professionalità e tradizione per essere un modello per le politiche europee nel campo della sostenibilità tessile”. 
“Il distretto tessile di Prato -ha detto Dario Nardella- rappresenta un progetto pilota, capace di coniugare la competitività delle piccole imprese con l'innovazione nel settore dei tessuti, guardando con grande attenzione all'ambiente: per questo si tratta di un nuovo ecosistema che va promosso e difeso”. Francesco Torselli ha parlato di “tappa importantissima”, perché “per la prima volta il distretto nella sua interezza ha avuto la possibilità di confrontarsi con il gabinetto del commissario europeo competente e di rappresentarle come le direttive e i regolamenti che sulla carta incentivano e promuovono la circolarità dell'economia, rischiano di avere su Prato l'effetto diametralmente opposto”. 
"Epr" e "End of Waste" sono i nomi delle direttive che - se applicate nella maniera che è stata indicata in bozza in queste settimane - possono mettere in ginocchio il comparto tessile pratese, un comparto che di economia circolare e di riciclo tessile parlava già nel XIX secolo.
“Era fondamentale esserci oggi, perché crediamo che un punto di forza del distretto sia proprio la condivisone del progetto, la pari dignità e responsabilità nel costruire una comunità coesa” ha detto il segretario generale Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi. “Un approccio partecipativo consente di definire priorità comuni con una voce univoca per le esigenze del distretto tessile presso le istituzioni regionali, nazionali e europee. Viviamo un tempo di importanti e veloci transizioni e tutto ciò deve farci comprendere quanto sia fondamentale costruire il nostro domani”.
Prato, in sostanza, chiede il riconoscimento delle proprie competenze e specificità, che rappresentano un valore aggiunto per l'intera economia circolare europea. L'obiettivo è conciliare sostenibilità ambientale e sostenibilità economica, evitando di devastare, nel nome della ‘"circolarità", proprio un territorio che ha fatto del riciclo la sua vocazione naturale.
Alberto Campaioli

( 6 giugno 2025 )

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