Stato di crisi profonda per il distretto calzaturiero del Rubicone che ha portato alla chiusura di alcune realtà storiche della filiera e alla perdita di centinaia di posti di lavoro. “Le aziende proprietarie dei grandi marchi - si legge nel comunicato sindacale -, che hanno reso famoso il territorio in tutto il mondo, scricchiolano e con loro tutta la filiera composta da medie, piccole e piccolissime imprese. Gli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione guadagni, sono ormai esauriti e gli scenari per il nuovo anno non lasciano presagire una ripresa nel breve o medio periodo”. Anche la situazione geopolitica mondiale, con particolare riferimento al conflitto Russo-Ucraino, ha acuito le difficoltà in particolare della moda di lusso, in cui è incastonata la produzione del distretto. “Oggi questo impianto è collassato - spiega Manuela Alfinito, segretaria Femca Cisl Romagna -. Il lusso offerto da alcuni grandi marchi non è più un segno che individua e distingue, ma al contrario, un dispositivo che uniforma e produce omologazione. Questo paradosso ha gettato le industrie della calzatura italiana in una crisi senza eguali, in particolar modo le realtà del distretto del Rubicone pagano lo scotto del loro nanismo rispetto ai grossi gruppi internazionali. Non è un caso, infatti che le pochissime aziende del territorio a non essere investite dalla crisi, siano oggi proprietà di fondi finanziari o multinazionali con sede all’estero”.
A rendere ancora più grave questo scenario si affianca la mancanza quasi assoluta di vere politiche industriali atte a salvare quel Made In Italy che viene prodotto da generazioni nel territorio. “E’ indispensabile che, a partire dai tavoli sulla moda regionali e nazionali, previsti a breve, si trovino soluzioni condivise che diano al settore e al distretto risposte concrete” ribadisce il segretario generale Cisl Romagna, Francesco Marinelli. Per tali ragioni ed in virtù della centralità del distretto del Rubicone per il Made in Italy, le categorie e confederazioni del settore, rilanciano un pacchetto di richieste da presentare ai tavoli regionali e nazionali della moda a partire dalla proroga degli ammortizzatori sociali in deroga e/o dalla creazione di ammortizzatori sociali straordinari speciali per il settore moda con contestuale azzeramento dei contatori e riduzione del costo degli stessi per le aziende (modello cig covid) per tutelare occupazione e redditi in un periodo di crisi severa. I sindacati rilanciano anche un sostegno al sistema delle piccole e medie imprese mediante misure che facilitino l’accesso al credito da parte delle banche, garantendo liquidità per investimenti, ristrutturazioni, innovazione e sostenibilità. E poi incentivi e supporto per l’aggregazione e la cooperazione tra imprese nel distretto, potenziando iniziative come quelle della Rete Rubicone Moda, per rafforzare la filiera, condividere competenze, economie di scala e progetti comuni. Prioritari anche la formazione e la riqualificazione del personale del settore, attraverso programmi attivati con il coinvolgimento dell’ente competente regionale per l’occupazione e la formazione e investimenti pubblici in innovazione, efficienza energetica e sostenibilità anche attraverso i fondi europei per favorire la transizione delle imprese verso modelli produttivi competitivi, moderni e sostenibili.
I sindacati fanno un forte appello a tutte le istituzioni coinvolte - Regioni, Governo, Ministeri competenti - affinché riconoscano l’emergenza del distretto del Rubicone come priorità nazionale. “Chiediamo - concludono - un piano di rilancio strutturale che parta dalle piccole e medie imprese, valorizzi le competenze, promuova l’aggregazione e garantisca la sostenibilità economica e sociale del sistema”.
Sara Martano

