Venerdì 19 aprile 2024, ore 0:18

Coronavirus

A Bergamo, provincia più colpita, il sistema è al collasso

L’ultimo bollettino di Regione Lombardia censisce 3.760 casi in Bergamasca , con un incremento medio di quasi 500 casi negli ultimi giorni; le vittime sono 405. Confermato, dunque per la provincia di Bergamo, il drammatico primato di provincia più colpita davanti a Brescia, arrivata a 2.122 casi.  Il sistema si sta avvicinando velocemente al collasso: lo dicono gli operatori sanitari, lo dicono gli amministratori pubblici, e lo sottolineano i sindacati.

"A Bergamo molti operatori sono già contagiati o in quarantena - dice Angelo Murabito, segretario generale di Cisl Fp provinciale. Molti altri, già in pensione, stanno rientrando a lavoro per dare supporto ai colleghi in servizio ormai stremati".

Domenica pomeriggio, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha telefonato al direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo per esprimere la vicinanza di tutto il Paese a Bergamo e all’ospedale, ai malati, agli operatori e a tutta la cittadinanza".

Intanto, proprio a partire da Bergamo, si moltiplicano gli allarmi sulla situazione delle terapie intensive. Sabato si è anche dovuta registrare la morte di un responsabile del 118 provinciale, contagiato e deceduto ad appena 46 anni.

L’emergenza, naturalmente, non riguarda il solo capoluogo: dal primo epicentro della Val Seriana (Nembro e Alzano), l’onda del virus si è propagata nelle valli e in pianura. A Treviglio, ospedale con una rianimazione che normalmente ha sei posti letto, improvvisamente si è formata un'ondata di pazienti affetti da coronavirus con insufficienza respiratoria gravissima sia in termini di gravità della malattia, che di quantità. Qui, normalmente di insufficienze respiratorie gravi se ne trattano 20, massimo 25 all'anno, e invece nel giro di una settimana sono arrivati 30 pazienti.

"Noi ogni giorno siamo in stretto contatto con il personale impegnato in questa emergenza, dando il nostro sostegno morale, di supporto anche psicologico, inoltre cerchiamo di sapere se lavorano in sicurezza o meno e dove possiamo interveniamo nei confronti del datore di lavoro intimando il rispetto delle norme sulla sicurezza, soprattutto sul corretto utilizzo dei DPI - dice ancora Murabito.

Inoltre chiediamo di dare le indicazioni operative al personale che in questo momento di difficoltà ha necessità di lavorare secondo delle indicazioni precise. La situazione cambia dagli ospedali pubblici e privati accreditati che hanno i reparti dedicati e le Rsa dove ci sono grandi difficoltà di spazi, di reperimento dei DPI adatti, ma anche di preparazione di alcune figure professionali non formate per l'emergenza. Il nostro costante lavoro quindi è dare voce alle esigenze che gli operatori sanitari, impegnati a dare continua assistenza, hanno ora dopo ora. Oltre alle iniziative economiche fatte, chiediamo quotidianamente se vi sono necessità personali: ma chiedono materiale sanitario per assistere al meglio i pazienti. E costantemente chiediamo alle amministrazioni di rispettare quanto i vari decreti indicano".

Le tristemente famose pagine delle necrologie de "L’Eco di Bergamo", nel tempo fonte di satira e di battute salaci, in questi giorni si sono moltiplicate, e ogni giorno vengono consultate in maniera compulsiva. "Sembra che stia sparendo un’intera generazione", segnalava nei giorni scorsi l’edizione locale del Corriere.

L’apprensione per la popolazione anziana è forte, in una provincia in cui 230mila persone, il 21% dei residenti, ha più di 65 anni; sono oltre 300mila le persone con una patologie croniche.

Negli ultimi giorni, inoltre, è emerso anche il problema del forno crematorio del cimitero di Bergamo, che non riesce a tenere i ritmi, con decine di salme posizionate nelle chiese, in altri cimiteri, in attesa del proprio turno, e gli operatori delle pompe funebri che hanno già lanciato l’allarme. Ricompongono le salme dei deceduti di Covid-19 senza protezioni adeguate. Ed ora anche molti di loro sono in ospedale ammalati.

"Se dovesse continuare così - dice il presidente dei Liberi imprenditori Associati di Bergamo, Pietro Bonaldi, a Bergamonews - i deceduti potrebbero restare dove sono".

A Bergamo e provincia, le varie disposizioni dei CDPM che si susseguono vengono rispettate con estremo rigore: i controlli hanno infatti accertato pochissime violazioni, e la raccomandazione di rimanere a casa è accompagnata da servizi di consegna a domicilio di beni di prima necessità e farmaci. In molti paesi, Amministrazioni, Parrocchie associazioni di volontariato hanno creato reti di aiuto alle tante persone, soprattutto anziane, che devono restare in casa.

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( 16 marzo 2020 )

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