Martedì 7 maggio 2024, ore 13:54

Lutto

Addio all’ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi

È morto l'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. È deceduto pochi minuti fa in ospedale, all'età di 95 anni. Recentemente era stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico.

Dal fallimento del Banco Ambrosiano all’ingresso nell’euro, passando per la svalutazione della lira, l’accordo con le parti sociali del 1993, l’azione di risanamento delle finanze pubbliche. La lunga esperienza di Carlo Azeglio Ciampi al servizio dell’economia del Paese è un complesso racconto lungo 20 anni e vissuto all’interno dei tre palazzi dove si fa la politica economica a Roma: la Banca d’Italia, Palazzo Chigi e il Tesoro, istituzioni dove ha lasciato un’importante eredità, fatta di lavoro, idee, ma anche uomini, quel gruppo che ormai passa sotto il nome di ’ Ciampi boys’, tra cui spicca, tanto per fare un nome, l’attuale presidente della Bce Mario Draghi. Entrato per concorso in Banca d’Italia nel 1946 (prima a Macerata e, dopo 11 anni, a Roma), Ciampi vi restò per ben 47 anni, di cui gli ultimi 14, dal 1979 al 1993, come Governatore. Furono anni straordinariamente difficili per il Paese e molto impegnativi per chi occupava poltrone come quella: Ciampi arrivò proprio nel pieno della bufera Sindona, pochi mesi dopo l’omicidio di Giorgio Ambrosoli. Di lì a poco sarà subito chiamato a occuparsi del fallimento del Banco Ambrosiano, della cui rinascita su nuove basi fu uno dei protagonisti, insieme all’allora ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta. E se gli inizi sullo scranno più alto di Palazzo Koch non furono tranquilli, i mesi finali non furono certamente da meno. Era il settembre del 1992, nel pieno della bufera Tangentopoli, e il governo Amato si preparava a varare la mega-manovra da 93mila miliardi di vecchie lire (con il ’famigeratò prelievo forzoso dai conti correnti) forse indispensabile per evitare la bancarotta del Paese. In quelle ore concitate, dopo incontri e telefonate a non finire, Ciampi, Amato, l’allora ministro del Tesoro Piero Barucci, con i direttori generali di Bankitalia Lamberto Dini e di via XX Settembre Mario Draghi, in "completo accordo", come raccontò anni dopo Barucci, ma anche in piena emergenza nazionale, decisero per la svalutazione. Per tutti la decisione fu dolorosa, ma come ebbe a spiegare Ciampi molti anni dopo, anche "saggia", perchè segnò l’avvio del risanamento economico dell’Italia che avrebbe portato, 10 anni dopo, all’ingresso nell’euro fin dall’inizio, un traguardo al quale in pochissimi credevano. Ma proprio pochi mesi dopo quel drammatico evento Ciampi venne chiamato a una nuova sfida e a una sorta di seconda vita: la formazione di un governo di transizione, per la prima volta nella storia affidato a un non parlamentare. Ciampi, che rimase a palazzo Chigi fino al maggio del 1994, lasciò il segno soprattutto per l’avvio della concertazione, con l’accordo con le parti sociali del 1993 sulla politica dei redditi e dell’occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema produttivo: e in quel periodo intenso fu anche il lavoro per la privatizzazione delle grandi banche. Dopo la breve parentesi alla Bri, l’ex governatore fu ’richiamatò in servizio dai governi Prodi e D’Alema, tra il 1996 e il 1999, come ministro del Tesoro. Ed è in questa veste che riuscì decisamente a riparare quella sorta di "onta" che per il Paese fu la svalutazione della moneta. Ma proprio l’euro era l’ultima sfida che Ciampi voleva a tutti i costi vincere e ci riuscì.

"La scomparsa di Carlo Azeglio Ciampi ci addolora molto. Siamo vicini nel cordoglio commosso alla signora Franca ed a tutti i suoi familiari e congiunti. Ciampi e' stato un grande Presidente della Repubblica, amato dai cittadini italiani per le sue straordinarie virtu' umane, di equilibrio ma anche di fermezza nella difesa delle istituzioni democratiche. Fu il padre della concertazione ed un convinto sostenitore coerente e responsabile degli accordi sulla politica dei redditi che salvarono l'Italia dalla bancarotta e che consentirono al nostro paese di entrare in Europa". Lo afferma in una nota la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. "Ciampi e' stato nella sua vita e nella sua lunga attivita' istituzionale un interlocutore attento e sensibile del sindacato - aggiunge -, consapevole del ruolo indispensabile delle parti sociali per la coesione sociale e la tutela dei piu' deboli nella societa' italiana. I lavoratori e la Cisl lo ricorderanno sempre con grande affetto e riconoscenza, indicandolo alle giovani generazioni come un esempio illuminato di un grande servitore dello stato, competente, sobrio ed equilibrato".

 

 

( 16 settembre 2016 )

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