Martedì 3 dicembre 2024, ore 12:21

Welfare 

Non autosufficienza, l’ora dei fatti 

Prossimità. Questo il futuro del Sistema sanitario nazionale, questa la parola chiave indicata dal ministro della Salute Speranza, intervenuto all’incontro online ”Oltre la non autosufficienza: diritto alla salute e alla vita indipendente”, organizzato da Cgil, Cisl, Uil, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil pensionati. Sottolinea Speranza: ”Siamo ancora dentro una battaglia, l’epidemia è ancora presente, i numeri sono ancora alti e questo ha portato il nostro e altri Paesi europei a misure restrittive indispensabili. Ma possiamo guardare al futuro con maggiore fiducia grazie ai vaccini”, aggiunge Speranza che parla della ”doppia sfida” da affrontare: ”La prima è la gestione dell’emergenza, quindi l’immediata necessità di piegare la curva. Contemporaneamente però siamo chiamati a progettare e programmare la sanità del futuro. Queste due cose devono farsi insieme, perché la lezione di questi mesi è stata di interrompere la stagione dei tagli e aprire una nuova stagione di investimenti, rilanciando complessivamente il nostro Ssn”. E su questa seconda sfida si è soffermato Speranza, definendo così la riforma della sanità che deve essere realizzata: "Il Ssn è la pietra più preziosa che abbiamo e su essa dobbiamo investire con tutte le forze. La parola chiave della riforma è prossimità: l'idea di un Servizio sanitario vicino alle persone, che si fa carico dei problemi di ciascuno, che non deve essere inseguito, ma che si reca dai cittadini”. E in questo contesto, "la prima traduzione della parola prossimità è assistenza territoriale, fatta di domiciliarità, case di comunità, ospedali di comunità. Proprio sulla casa vogliamo investire più che mai: la casa come primo luogo di cura”.
A fare da sfondo a questa riforma, deve esserci una legge organica sulla non autosufficienza che ”deve essere incardinata nel Pnrr attraverso uno specifico progetto dotato di investimenti e interventi concreti di riforma”, come hanno sottolineato Cgil, Cisl, Uil e delle Federazioni dei pensionati Spi, Fnp e Uilp che hanno sollecitato in questo senso, insieme a numerose Associazioni, Governo, Parlamento e Conferenza delle Regioni.
Le azioni di riforma, affermano i sindacati, ”debbono rispondere al diritto alla salute ed alla vita indipendente di circa 3,5 milioni di persone non autosufficienti e delle loro famiglie ed alla richiesta dei lavoratori della cura di essere riconosciuti e valorizzati professionalmente. Dobbiamo garantire l'universalità dei servizi socio sanitari e la loro uniformità sul territorio, innanzitutto l’attraverso la determinazione dei livelli essenziali di assistenza”.
Occorre recepire le raccomandazioni europee ”che ci richiamano al potenziamento dell’assistenza primaria ed alla strutturazione di servizi accessibili, efficaci e di qualità. Vanno previsti finanziamenti per sviluppare un nuovo modello di intervento fondato sulla rete dei presidi territoriali, sull'integrazione socio sanitaria e sull’assistenza domiciliare, potenziata nella copertura e nell'intensità”.
Una legge che strutturi il sistema dell’assistenza di lunga durata, aggiungono i sindacati, ”deve anche riformare radicalmente il sistema della residenzialità sociosanitaria, che ha dimostrato tutti i suoi limiti proprio nel periodo dell'emergenza pandemica, con strutture snelle in grado di offrire garanzie sul piano sanitario e assistenziale e fortemente connesse con i sistemi sociosanitari sul territorio”. Il Governo apra subito un tavolo di confronto. Cgil Cisl Uil e Spi Fnp Uilp si aspettano infatti che dagli impegni assunti dai rappresentanti del Governo e della Conferenza delle regioni si passi a definire i contenuti i tempi e le modalità di un progetto per la non autosufficienza, che attesti davvero un cambio di passo rispetto al passato permettendoci di affrontare le sfide del futuro legate all’invecchiamento della popolazione, allineandoci così alle migliori esperienze europee.
Giampiero Guadagni

( 18 marzo 2021 )

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