Martedì 30 aprile 2024, ore 3:00

Scenari

Per un pugno di criptovalute: il far west della scansione dell’iride in Argentina

La scansione dell’iride in cambio di una criptovaluta: sembra fantascienza ma è assolutamente realtà ed è la proposta del capo di OpenAI, Sam Altman, che punta a distinguere le persone dall’intelligenza artificiale (Ai) creando un reddito di base universale. Ne scriveva già Joel Khalili nel 2013 su Wired. E oggi il progetto sta andando avanti. In tempo di crisi e di inflazione alle stelle, migliaia di argentini si sono messi in fila a Buenos Aires per guadagnare la criptovaluta Worldcoin in cambio della scansione dell’iride attraverso un globo. Worldcoin è un progetto di criptovaluta biometrica dell’iride sviluppato nello specifico da Tools for Humanity con sede a San Francisco e Berlino. In Italia il Garante privacy mette però le mani avanti e avverte Worldcoin: se il progetto basato sulla scansione dell’iride per verificare l’identità degli utenti approdasse in Italia, con ogni probabilità violerebbe il Regolamento Ue, con tutte le conseguenze di carattere sanzionatorio previste dalla normativa. Ma in cosa consiste il protocollo Worldcoin? Ha l’obiettivo di creare un’identità (World ID) e una rete finanziaria (basata sulla criptovaluta WLD) a livello globale. Al centro del progetto sta l’Orb, un dispositivo biometrico che scansiona il volto e l’iride, appunto, un codice identificativo univoco a livello mondiale per ciascun individuo - World ID - in grado, secondo la Worldcoin Foundation, di distinguere gli esseri umani dai prodotti dell’intelligenza artificiale. Anche se i dispositivi Orb non sono ancora funzionanti in Italia, i cittadini italiani possono già scaricare, dagli app store, la World App, fornire i relativi dati personali e prenotare i propri Wld token gratuiti. Orb, World ID e World App, strettamente interconnessi tra loro, costituiscono l’ecosistema Worldcoin. Dalle informazioni ricevute dalla società e da quelle reperibili sul sito della stessa, l’Autorità per la privacy ritiene che il trattamento dei dati biometrici basato sul consenso degli aderenti al progetto, rilasciato sulla base di una informativa insufficiente, “non può essere considerato una base giuridica valida secondo i requisiti richiesti dal Regolamento europeo. Oltretutto, la promessa di ricevere WLD token gratuiti da parte di Wordcoin incide negativamente sulla possibilità di esprimere un consenso libero e non condizionato al trattamento dei dati biometrici effettuato attraverso gli Orb. Infine, i rischi del trattamento risultano ulteriormente amplificati dall’assenza di filtri per impedire l’accesso agli Orb e alla World App ai minori di 18 anni”. L’idea è che rilevando i dati biometrici unici di una persona e codificandoli in una stringa numerica sia possibile - per esempio in sede di voto – dimostrare di essere una persona (e quindi non un bot) distinta rispetto agli altri esseri umani, spiega Wired. A loro volta, le aziende di social media e le altre piattaforme online saranno in grado di verificare l’autenticità degli utenti, eliminando così le azioni dannose a opera dei bot, dallo spam alle frodi, fino alla diffusione di disinformazione. “L’unica discriminante che avevamo su internet per distinguerci dalle macchine è sempre stata l’intelligenza, che però sta per scomparire – ha raccontato Alex Blania, cofondatore di Tools for Humanity –. Per quanto ne sappiamo, Orb è l’unica implementazione che può funzionare a livello globale per risolvere questo problema”. Ma chi ha detto che l’intelligenza umana debba necessariamente scomparire? Il carattere distopico del progetto – farsi scansionare l’iride in cambio di criptovalute – non è sfuggito a nessuno. Già nell’ottobre del 2021, il whistleblower della National security agency statunitense Edward Snowden aveva messo in guardia da un’idea simile in un thread su Twitter: “Non catalogate i bulbi oculari – aveva scritto –. Non usate la biometria contro le frodi. Anzi, non usatela proprio. Il corpo umano non è un biglietto da visita”. Ma le file in Argentina dimostrano che molte persone sono disposte a mettere da parte ogni timore, vendendosi per mettere le mani su un po’ di criptovalute come reddito di cittadinanza. Eppure sono gli analisti stessi nel settore crypto a sollevare obiezioni: a loro avviso, che sia per motivi di progettazione o di altra natura, è improbabile che le persone comuni guadagnino davvero con questo progetto. Fin dal 2019 Altman, col pretesto di un progetto globale per il reddito di base universale, o Ubi, aveva annunciato che ai cittadini che si fossero prestati alla scansione dell’iride (in teoria per la verifica dell’identità umana e non digitale) sarebbe stata versata una somma di denaro limitata su base regolare, sufficiente almeno per la loro sussistenza. La piattaforma di Altman aveva già annunciato nuove integrazioni con Minecraft, Reddit, Telegram, Shopify e Mercado Libre e offre 3 livelli di autenticazione. Per accedere al suo “mondo” basta dimostrare di essere unici, anche restando anonimi. Mentre il progetto pianifica lo sbarco in Messico e a Singapore, l’obiettivo resta sempre quello di scansionare l’iride dei cittadini del mondo. Le nuove adesioni al controverso progetto crypto tuttavia diminuiscono e i numeri impallidiscono rispetto ai 2 milioni di adesioni registrate prima del lancio del progetto. Wired racconta come nell’aprile del 2022, la MIT Technology Review avesse pubblicato un’inchiesta in cui si sosteneva che i rappresentanti di Worldcoin si erano spesso impegnati in “pratiche di marketing ingannevoli” e “non erano riusciti a ottenere un consenso informato significativo” dalle persone a cui venivano scansionati gli occhi. Guido Scorza, componente del Garante per la protezione dei dati personali, informa che anche il Garante per la protezione dei dati personali spagnolo ha ordinato alla Tools for Humanity Corporation, la società che gestisce Worldcoin, uno stop di tre mesi in Spagna, paese nel quale il servizio conta già centinaia di migliaia di utenti: “È un passo importante in relazione a un’iniziativa che ha sollevato, sin dall’inizio, diverse perplessità in giro per il mondo”. A fine agosto 2023 anche la Commission nationale de l’informatique et des libertés, l’autorità francese di regolamentazione dei dati personali, è entrata in un complesso di uffici a Parigi per interrogare un dirigente di Worldcoin, che ha aperto in tutta Europa sedi all’interno delle quali l’azienda esegue la scansione dei bulbi oculari delle persone per consentire di accedere ai suoi servizi. Gli altri si trovano in Germania, Portogallo, Spagna e Regno Unito. Lasciarsi espropriare dei propri dati biometrici e consegnarli nelle mani di una società privata in cambio di vaghe promesse di venticinque monete della valuta, circa trenta euro, insomma, non sembra affatto opportuno. La vaga promessa di ricevere un pugno di criptovalute non giustifica in fin dei conti una così importante cessione di dati personali.
Raffaella Vitulano

( 16 aprile 2024 )

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