Roma, 28 mag. (askanews) - Nel Mediterraneo - avverte Riccardi - e nei Paesi che sul mare si affacciano, sono cresciuti i muri. La Siria è stata prova generale della guerra in Ucraina. "Pandemia e guerra in Ucraina hanno rivelato anche una dimensione transnazionale, tra la casa digitalizzata e il mondo intero. Non è arrivato ancora in porto lo ius scholae - spiega - Non possiamo accettare un apartheid dei bambini. Dare loro la cittadinanza è un atto di giustizia".
"Non cadiamo nella postura di chi teme il contagio", continua Riccardi. Possiamo connettere le città, le culture e far crescere una volontà comune di stare insieme. Le Città hanno funzione di connettere. In questo contesto fa bene a tutti pensare che si nasce nella geografia che può essere per alcuni grazia e per tanti condanna. Rimettersi in contatto dopo la pandemia è già una politica. Farlo a partire dal Mediterraneo è un segnale decisivo perché in questo mare "nessuno può pensare a se stesso".
Medì è il convegno internazionale sulle città del Mediterraneo in corso a Livorno al teatro La Goldonetta su iniziativa della Comunità di Sant'Egidio, con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Livorno, in collaborazione con la Diocesi, l'Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea e Cesvot.