Sabato 27 aprile 2024, ore 8:23

Libri

Il ritorno di Guido Guerrieri

di ENZO VERRENGIA

Nel 2002 accadde un miracolo editoriale: “Testimone inconsapevole” di Gianrico Carofiglio superò nelle classifiche di vendita John Grisham. Un giallo giudiziario italiano interessava i lettori più di quello americano. Perché vi riconoscevano il potenziale di una letteratura tragicamente depredata prima dai “giovani autori” degli anni ’80, poi dai “cannibali” del decennio successivo. Era un romanzo di una densità che disintegrava i gerghi dei millennials, con una vicenda imperniata essenzialmente sul valore della legalità. Protagonista, l’avvocato barese Guido Guerrieri, infinitamente credibile, in quanto scaturito dalla lunga esperienza di magistrato dell’autore, che vi insufflava una forza etica soverchiante le mere esigente del plot.

D’altro canto, qualche tempo dopo, Carofiglio dichiarava in un’intervista: «La mia narrativa non ha un riferimento di genere. Le definizioni di “thriller” o “suspense” possono indicare la tecnica, non il fine».

Guerrieri torna in “L’orizzonte della notte”, un’esplorazione del profondo che lo attanaglia dalla sua nascita sulla pagina e qui si dispiega attraverso il viaggio conradiano del cuore di tenebra in parallelo al caso che gli viene proposto.

Elvira Castell, affermata titolare di una ditta informatica, dev’essere difesa dall’imputazione di omicidio premeditato. Ha ucciso con un colpo di pistola Giovanni Petacci, già convivente della sorella gemella della donna, Elena, suicida al seguito di maltrattamenti da parte dell’uomo. O più di preciso, lui l’aveva manipolata con quel fare detto “gaslighting”, dal titolo originale del film di George Cukor “Angoscia” (1944), nel quale Ingrid Bergman interpreta il ruolo di una donna che il marito tormenta per spingerla alla pazzia. Nel mentre Guerrieri mette insieme il materiale occorrente a volgere il reato in omicidio d’impeto, effettua sedute psicanalitiche con il professor Carnelutti. E qui l’orizzonte della sua notte personale si dilata in un universo fatto di ricordi, confessioni, ammissioni, agnizioni. È il nucleo ardente di una personalità in cui Carofiglio trascina con un’ampiezza letteraria degna di Tolstoj, Dostoëvskij, Flaubert e i grandi classici della ricognizione interiore, giocando di certo anche in prima persona. Inoltre, lo scrittore conosce di prima mano la contemporaneità e la porge con il garbo sommesso del vero uomo di cultura.

Che siano versi di brani musicali, stralci di poesie, riferimenti alla saggistica di qualità, titoli di film, il repertorio che accompagna Guerrieri serve a corredarne il quadro, sempre rapportato al piano del suo vissuto.

Alla fine, è di questo “memoir” vicario che importa maggiormente, più che del risultato processuale in serbo per l’accusata. Ma le due cose convergono splendidamente nell’incontro che chiude “L’orizzonte della notte”.

( 28 marzo 2024 )

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