Sabato 27 aprile 2024, ore 2:39

Libri

Un viaggio esistenziale

di ROBERTA BORGIA

Stare al mondo senza esserne degni. La lista di chi si riconosce in questa condizione è lunga, in una collettività eternamente vilipesa dal suo insieme, ingannata dalle credenze della moltitudine che ha in sé. Il mondo è fatto di uomini e gli uomini sono fatti di incontri e di eventi, fortunati o meno. Così capita che si nasca femmina, con i doveri che ne conseguono, in una società dai valori tradizionali e di stampo patriarcale, oppure maschio ma “indemoniato” in una famiglia che ha la nomina, a torto, di essere “onestis sima”. E ciò che viene sostenuto dagli altri, ciò che non ci rende degni, supera talmente la barriera del grottesco da arrivare ai nostri occhi come verità assoluta: siamo ciò che gli altri dicono di noi.

In tale contesto, quindi, un bambino, che è stato ardentemente desiderato dalla madre, merita di essere imprigionato quando desidera affacciarsi con stupore al mondo e una ragazza, che ha tutto il fiato per rincorrere la vita, deve essere deviata nella strada della consuetudine.

“Da ragazzina, fantasticavo che nella città di fronte vivesse un bambino affacciato a una finestra uguale alla mia, un bambino solitario rinchiuso come me. La sua storia, la mia e quella di questo posto si sono legate sott’acqua e sottoterra, carte di quel mazzo di tarocchi che il vento ci ha riordinato nel buio.”

“Trema la notte”, romanzo di Nadia Terranova, autrice già finalista al Premio Strega nel 2019, è la storia di due vite parallele, che ha inizio alla vigilia del terribile terremoto del 1908. Nelle due coste che si specchiano, quella di Reggio Calabria e di Messina, ai tempi in cui lo Stretto era ancora nel pieno del fasto economico e culturale, si svolgono le loro esistenze sfortunate: Nicola, vittima di una madre che, facendogli credere di essere preda del diavolo, lo tortura legandolo ogni notte a un catafalco in un nascondiglio sotterraneo, e Barbara, che sogna di diventare come il suo idolo, la protagonista del romanzo “Maria Landini” dell’autrice Letteria Montorio, ma che invece è costretta a un matrimonio cui si oppone disperatamente.

La consapevolezza dei protagonisti di essere vittime delle loro rispettive famiglie viene messa in dubbio quando le città crollano. E già, perché di fronte alla distruzione del mondo, che si è reso complice della loro pena, quel meccanismo di controllo a cui erano sottoposti trova una giustificazione, resta ben saldo fin dalle fondamenta e occorrerà un lungo lavoro di smantellamento per raggiungere la felicità.

Nella disperata fuga dal loro passato, proprio quando il terremoto potrebbe permettergli

di essere artefici del proprio destino, i loro sguardi si incrociano, ma è proprio in quel momento che la loro sorte viene nuovamente cambiata, attraverso un episodio che li annienterà ma li legherà a distanza per sempre. La loro volontà di emergere dalle macerie si scontra, infatti, con la parte malsana di alcuni sopravvissuti e soccorritori, e tutto torna a inficiare sui loro sogni, a spingere il bambino, di nuovo, con lo sguardo della madre sulla schiena “sempre più giù, verso il destino di ogni notte” e a punire la ragazza che si era spinta “libera e spavalda”, con la “convinzione di farcela da sola”, colpevole di aver aspirato a “un compito alto, una sorte nobile”.

Attraverso una struttura narrativa raffinata eppure così scorrevole, siamo portati per mano fra le rovine di due città e ad assistere a una riedificazione posticcia che cancella definitivamente la memoria dei luoghi, ricostruzione che avviene sopra le “anime sepolte sotto i nostri piedi”, che forse “mai ci perdoneranno di vivere sopra di loro”. Pertanto, la colpa di aver rivendicato il desiderio di un’esistenza migliore, nonostante il dolore della distruzione, diventa anche metafora di una ferita che forse mai si è rimarginata tra i posteri, per i quali il peso della storia, che ha rimosso l’i dentità culturale, rappresenta ancora il peccato originale da cui difficilmente ci si può affrancare.

La storia individuale diventa quindi una sorta di catarsi collettiva, un viaggio esistenziale che viene scandito dagli arcani dei tarocchi e dalle citazioni tratte dalle anonime “Meditazioni”, poste in epigrafe ad ogni capitolo: carte rimescolate perché tale tragitto sia portato a termine.

Un percorso duro, fino al raggiungimento di una pace interiore e di liberazione che diventa anche la nostra. Perché la vera libertà consiste nella possibilità di osservare se stessi e di agire di conseguenza, là dove il peso di una vita difficile attanaglia, là dove la terra trema e ci inghiotte fino a farci scomparire, ci sarà sempre una parte di noi che continuerà a scavare, per riportarci alla luce e al ricordo di individui unici quali siamo e non lo specchio della disumanità o della disattenzione degli altri.

Nadia Terranova, Trema la notte , Einaudi, Torino 2022, € 16,50

( 16 maggio 2022 )

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