Gibilterra, 1942-1943, la Seconda Guerra Mondiale è nel vivo. Sotto le acque che lambiscono questo tratto di terra quasi attaccato al Nord Africa, che separa il Mediterraneo e l’Oceano Atlantico, si combatte un conflitto drammatico, caratterizzato da agguati silenziosi nel cuore della notte. L’area è strategica: una parte della baia di Algeciras è controllata dalla Spagna franchista, formalmente neutrale ma pur sempre fascista, l’altra dall’Inghilterra, che qui ha ubicato una base navale importantissima. E’ questo lo scenario che fa da sfondo a “L’italiano” (Rizzoli), il nuovo e avvincente romanzo di Arturo Pérez-Reverte. L’italiano del titolo è il sottufficiale Teseo Lombardo, un sommozzatore della Decima MAS, che insieme ad altri militi, conduce azioni di sabotaggio ai danni della flotta britannica. Il gruppo, diviso in squadre di due persone, si muove a bordo (o meglio, “a cavallo”) di moderni siluri sottomarini (soprannominati “maiali”) con cui, partendo da una barca di appoggio sulla sponda spagnola, cerca di raggiungere quella inglese per piazzare potenti cariche esplosive sotto le chiglie delle navi ancorate in porto. Qualche volta riuscendoci, altre no. E il romanzo comincia proprio quando al termine di una missione fallita, Teseo, ormai allo stremo delle forze, viene ritrovato sulla spiaggia da una libraria ventiseienne, Elena Arbués, donna forte e coraggiosa, che gli salverà la vita, assistendolo nei giorni dell’incoscienza, per poi riconsegnarlo ai commilitoni. Tra i due nascerà un rapporto prima di fiducia, quindi di collaborazione e poi sentimentale, che li porterà al matrimonio a guerra finita. Il libro sovrappone le vicende reali della Storia con quelle romanzate della coppia e di diversi altri
personaggi che si muovono sulla scena (tra gli altri un medico, un commissario, un militare britannico, un libraio…). Pérez-Reverte ha fatto un grosso lavoro di studio e ricerca, ma nelle prime pagine racconta di avere avuto l’idea di scrivere il volume nel 1981, osservando due fotografie in una libreria di Venezia: una mostrava una coppia di mezza età, l’altra due uomini in posa davanti ad una specie di siluro posizionato sulla coperta di un sottomarino. La prima ritraeva Elena e Teseo, la seconda lo stesso Teseo e un altro milite della Decima MAS, un napoletano di nome Gennaro Squarcialupo, con cui ha condiviso diverse azioni, ma da cui si è separato dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943: Gennaro è rimasto fascista e si è schierato con Mussolini e i nazisti, mentre Teseo ha scelto di restare fedele al re e ha combattuto con gli Alleati. L’autore scrive in premessa che il “romanzo è ispirato ad eventi reali, mentre solo i personaggi e alcune situazioni sono immaginari”. Il risultato è notevole.