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8 agosto 1956

Marcinelle, una tragedia che non va mai dimenticata

"Marcinelle è una tragedia che non va mai dimenticata. Integrazione e sicurezza sul lavoro sono un binomio essenziale per tutti i paesi civili". Così la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, sul suo profilo twitter a 61 anni dalla tragedia che causò la morte di 262 minatori, 136 dei quali erano migranti italiani. Erano da poco passate le 8 del mattino dell’8 agosto del 1956 quando, nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio, una combustione d’olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica causò un incendio. Le fiamme si estesero alle gallerie superiori, mentre sotto, a 1.035 metri sottoterra, i minatori venivano soffocati dal fumo. Servì qualche ora per capire l’entità del disastro, poi la mobilitazione fu generale. La Croce Rossa, i Pompieri, la Protezione Civile, l'Esercito e la Polizia (ma anche semplici cittadini) unirono le loro forze. Nei giorni successivi arrivarono rinforzi di soccorso da Ressaix, Frameries, Beringen. Dalla Francia arrivò Emmanuel Bertieaux con delle apparecchiature di radiotelefonia, dalla Germania arrivò Karl Von Hoff con un laboratorio mobile per le analisi dei gas. Le scuole dei dintorni furono convertite in mense e dormitori, le chiese in camere ardenti.

Ma la notte del 22 agosto, alla profondità di 1035m, svanirono le ultime speranze. Intanto la giustizia aveva avviato la sua inchiesta. Il 25 agosto, il ministro dell'economia Jean Rey creò una commissione d'inchiesta, alla quale presero parte due ingegneri italiani, Caltagirone e Gallina del Corpo delle Miniere Italiane. Anche la confederazione dei produttori di carbone creò la sua inchiesta amministrativa. Queste tre inchieste dovevano fare "ogni luce" su cosa fosse accaduto nella miniera di Marcinelle il mattino dell'8 agosto 1956. Nessuna di queste istituzioni mantenne pienamente le sue promesse. Ci furono due processi, che portarono nel 1964 alla condanna di un ingegnere (a 6 mesi con la condizionale). Il sito Bois du Cazier, ora dismesso, fa parte dei patrimoni storici dell’Unesco.

( 8 agosto 2017 )

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