Sabato 27 aprile 2024, ore 3:33

L’intervista

Royalties, basta campanili. Meglio un programma regionale

Villa d'Agri ( dal nostro inviato ) "La vicenda del Cova di Viggiano ci preoccupa profondamente, sia da un punto di vista della sicurezza ambientale in ragione delle indagini che la magistratura sta portando avanti, sia per le sue ricadute sull'economia del nostro territorio." Chi parla è il sindaco di Marsicovetere, Sergio Cantiani, il comune di cui fa parte anche Villa d'Agri, il cuore del cosidetto Texas italiano costituito dalla Val d'Agri. Lui, come i suoi colleghi, in queste settimane sono finiti sulla graticola. Mi riceve nel suo ufficio e mi spiega che la scelta di adottare un profilo basso nella comunicazione mediatica è dovuta al rispetto del lavoro della magistratura, ma anche delle tremila famiglie la cui sopravvivenza è legata al centro oli. "Noi abbiamo già visto gli effetti sulla dismissione dei canoni delle locazioni e su alcuni trasferimenti di residenza. Tenga presente che è quasi tutto concentrato su questo paese. Non a caso ci sono sei banche e sapete meglio di me che le banche arrivano dove c'è liquidità. Immagini la massa di risorse finanziarie che viene spesa nell'ambito della Val d'Agri. E parlo di attività di ristorazione, di bar, di uffici, di servizi, di scuole, di edilizia privata, di locazioni, di tutto un sistema economico che dal nostro punto di vista ha avuto uno sviluppo positivo. Un sistema economico che verrebbe a crollare qualora il centro oli dovesse chiudere".

Col senno di poi, non sarebbe stato meglio utilizzare le royalties per pianificare per tempo un modello di sviluppo alternativo?

Io sono tra quelli che si sono stancati della contrapposizione "petrolio sì, petrolio no". Il petrolio è una realtà, che piaccia o no. Il problema è che in questi anni avremmo anche dovuto parlare di cosa si sarebbe potuto creare in Val d'Agri di alternativo al petrolio, dal momento che questa risorsa comunque tra qualche anno è destinata a finire. Siamo ancora in tempo. Ma dobbiamo partire subito, mettendo in campo una serie di inizative che in tempi medio-lunghi possano tamponare la dismissione delle attività petrolifere, che prima o poi avverrà.

Si sta già lavorando ad un tavolo di interlocuzione tra istituzioni e parti sociali?

Si sta iniziando a ragionare, anche ad esempio sul rifinanziamento del Piano operativo Val d'Agri. Finita la prima fase, credo che con la seconda fase, dovremmo uscire dal sistema dei finanziamenti ai singoli comuni iniziando invece a lavorare su iniziative di tipo comprensoriali, non affidate alla gestione del singolo comune ma affidate a strutture sovracomunali quali la Regione stessa o le Aree di programma o l'unione dei comuni. E' chiaro che ci deve essere un salto di qualità promuovendo ancora di più l'agricoltura, il turismo, ma soprattutto investendo in infrastrutture per far sì che quest'area diventi attrattiva per uno sviluppo diverso, con politiche innovative che superino la logica dei campanili. Sono fiducioso che oggi, anche per la crisi che stiamo vivendo, ci sia questa consapevolezza e anche la disponibilità a sederci attorno ad un tavolo con tutti gli attori presenti ed a ridisegnare quello che potrebbe essere il futuro di questo territorio, ma io credo anche dell'intera Basilicata. Abbiamo energie ed intelligenze che possono andare verso questa direzione.

Sindaco, quando parla di mettersi tutti intorno ad un tavolo sembra fare riferimento ad una consuetudine ormai scomparsa dall'agenda di governo...

Sì. La famosa concertazione.

Voi però avete tempi stretti. E la concertazione si dice che richieda invece tempi troppo lunghi.

Bisogna vedere come la si fa. Se gli attori presenti al tavolo hanno la passione e la volontà di scommettere sul futuro di questa regione e di questa area, io credo che in tempi brevi si possano prendere anche decisioni importanti. Se invece la concertazione viene vista come un momento per allungare il brodo, allora è un altro discorso. Io credo che oggi la società, i cittadini, le comunità intere non sono disposte a darci altro tempo.

Dunque, ci sono le condizioni per aprirlo subito questo confronto?

Io credo di sì. Di tavoli ne abbiamo già aperti più d'uno, anche se solo come primo approccio. Però a quei tavoli c'è tutta la disponibilità - parlo dei sindaci e della Regione -, perché situazioni come questa ci hanno fatto capire che da soli non andiamo da nessuna parte. Mentre se stiamo insieme qualche speranza ce l'abbiamo e soprattutto riusciamo a dare qualche speranza alle future generazioni.

Ester Crea

( 16 maggio 2016 )

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