Venerdì 26 aprile 2024, ore 15:09

Conti pubblici

Bankitalia: a settembre debito risale, entrate in calo

Risale, a settembre, il debito pubblico italiano. Secondo quanto comunica la Banca d'Italia è stato pari a 2.283,7 miliardi, in aumento di 4,4 miliardi rispetto al mese precedente quando aveva registrato un ribasso di 21,3 miliardi. L'incremento, spiega Via Nazionale, ha riflesso il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (16,5 miliardi), in parte compensato dalla diminuzione delle disponibilità liquide del Tesoro (per 11,3 miliardi) e dall'effetto degli scarti e dei premi all'emissione.

Tra l’altro, a settembre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 28,2 miliardi (3,8 miliardi in meno rispetto a quelle rilevate nello stesso mese del 2016). E' quanto rileva la Banca d'Italia secondo cui, nei primi nove mesi del 2017, sono state pari a 306,8 miliardi, in aumento dell'1,6% rispetto al corrispondente periodo del 2016.

Padoan, decisa riduzione del debito in tempi brevi -"Ci aspettiamo un calo deciso del debito in un prossimo futuro" grazie alla più alta crescita del Pil nominale. Lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in una intervista a Cnbc.

Altro capitolo. L'economia italiana "sta mostrando positivi segnali di ripresa ma dopo sei anni di stagnazione il processo di recupero sarà probabilmente lungo". E' quanto afferma Standard and Poor's in un rapporto. L'agenzia ricorda l'accelerazione della crescita nel secondo trimestre con il Pil reale in aumento dell'1,5% quest'anno. Fra i fattori positivi la crescita "degli investimenti grazie agli incentivi fiscali" e dal miglioramento delle condizioni di credito con la soluzione della crisi Mps e delle banche venete. Molto da fare resta però sulla"produttività del lavoro". "La ripresa si sta allargando a tutti i settori dell'economia - spiega Jean-Michel Six, capo economista di S&P Global - ciò che è particolarmente confortante è che gli investimenti ora stanno giocando un ruolo importante, dopo una pausa all'inzio del 2017, soprattutto grazie agli incentivi fiscali".

La fiducia degli investitori, spiega S&P nel suo rapporto, è in ripresa, i margini delle grandi imprese sono migliorati e le bancarotte sono scese del 15,6% annuale nel secondo trimestre, il minimo dal 2009. Tuttavia gli investimenti hanno ancora molta strada da fare per tornare ai livelli pre-crisi. La crescita economica resta il 20% più bassa rispetto al 2007. Due fattori, secondo l'agenzia di rating, "spingono a un cauto ottimismo". Il primo è che le banche italiane appaiono a un "punto di svolta". I salvataggi di Stato del Monte dei Paschi di Siena e delle due banche venete e la ristrutturazione di Unicredit dovrebbero agevolare le condizioni del credito. Inoltre il mercato del lavoro sta "gradualmente" progredendo. L'occupazione è tornata ai livelli del 2008 e nel primo semestre sono stati creati circa 150.000 posti di lavoro. Tra i fattori che invece giocano un ruolo negativo per la ripresa dell'Italia, S&P cita il ritorno dell'inflazione, "per quanto modesto", il quale potrebbe intaccare la crescita del reddito e dunque la domanda di consumi. Per quanto riguarda l'export, difficilmente, spiega l'agenzia, potrà dare un contributo positivo alla crescita del Pil. In particolare a causa dell'"aumento molto basso della produttività del lavoro, nonostante le riforme implementate negli anni scorsi". Inoltre, spiega Six, "la contrazione della spesa in conto capitale a parire dal 2007 ha influenzato negativamente la competitività complessiva dell'Italia, limitando la sua capacità di beneficiare dell'attuale trend al rialzo del commercio mondiale". - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Standard-and-Poors-Italia-in-ripresa-ma-strada-ancora-lunga-f5314ed4-59c9-4ab7-8e15-a0cf30da047b.html

( 15 novembre 2017 )

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