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Auto

Dieselgate: Fca bene in Borsa. Sospetti anche su Renault, titolo giù

La Borsa di Milano prosegue tonica con il Ftse Mib che guadagna l'1,2% a 19.378 punti. A guidare la marcia di Piazza Affari è il rimbalzo di Fca che guadagna il 3,4%, dopo il tonfo della vigilia, e le banche con in testa Ubi che svetta in cima al listino principale guadagnando il 7%. Tra gli istituti di credito bene anche Banco Bpm in rialzo del 3,9% e Bper +3,6%. Marcia in terreno positivo anche Exor, il titolo della holding della famiglia Agnelli, che guadagna il 6%. In positivo anche Mediaset che guadagna lo 0,4%, dopo la lettera del numero uno di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, al quotidiano La Repubblica nella quale si ribadisce che "Il nostro approccio non è per nulla opportunistico ma finalizzato a rafforzare unicità, eccellenza e competenza delle aziende italiane". Bene anche gli energetici con Eni che guadagna lo 0,1%, Italgas +0,6% e Snam +1,4% mentre Saipem è in calo dello 0,2%.

C'è un dato: la multa potrebbe così arrivare a 4,6 miliardi di dollari, una cifra che impatterebbe in modo significativo sul bilancio di Fca. Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl: ”Su questo stiamo verificando che non ci siano contraccolpi per l’occupazione e per le produzioni in Italia, anche perché questo non è solo un problema occupazionale. Continueranno ad esserci - ha sottolineato investimenti di Fca. Credo che su questo, siccome è chiaro che le vetture a combustibili fossili sono comunque verso la fine del loro ciclo di vita e siccome al salone di Las Vegas anche Fca ha presentato un’auto completamente elettrica molto innovativa, è chiaro che gli investimenti servono a gestire questa fase di transizione”.

Renault: sospetti su motori diesel, titolo crolla - Tre giudici francesi indagheranno sui dispositivi utilizzati da Renault per controllare le emissioni dei suoi motori diesel che si sospetta siano truccati: è quanto riferisce la procura di Parigi. La notizia ha fatto crollare il titolo in borsa, che sta perdendo il 4,06% a 82,05 euro. Il fascicolo giudiziario è stato aperto il 12 gennaio scorso. Dopo lo scandalo Volkswagen, una commissione indipendente di esperti aveva constatato l'importante sforamento del limite massimo di emissioni inquinanti su alcuni veicoli diesel venduti in Francia da diversi costruttori, tra cui Renault. Alle undici il titolo perdeva circa il 4% alla Borsa di Parigi.

Sul titolo Fca si posizionano in maniera differente i gestori. Fino ad oggi, su 30 analisti che seguono il titolo, 10 consigliavano di vendere e 14 di comprare. Equita alza il taget price a 9,8 (+6%) ma se prima consigliava 'buy' ora più cautamente assegnano un 'hold'. EXANE (underperform). Exane consiglia cautela, per Jefferies è 'buy' e vedono come 'fondamentale' la disponibilità di FCA a collaborare con l'Autority americana. Kepler Cheuvreux (hold) e Mediobanca, sottolineano le differenze con lo scandalo Volkswagen e un rischio più limitato con una multe che, considerando il numero delle auto coinvolte, potrebbe essere tra 450 milioni e 3,4 miliardi di dollari nel peggiore dei casi ma credono che l'Epa propenderà eventualmente per la pena minore.

Gli Stati Uniti accusano Fca di violazione delle norme sulle emissioni per le auto diesel, con l'uso di un software illegale per aggirare i test.  Accuse per le quali rischia una sanzione fino a 4,63 miliardi di dollari. Immediata la reazione del titolo Fca, che affonda a Piazza Affari e Wall Street, arrivando a perdere fino al 18%. La casa automobilistica si difende, spiegando di rispettare le regole e dicendosi pronta a collaborare. Il caso Fca ''non ha nulla in comune con Volkswagen'' afferma secco Sergio Marchionne. A pochi giorni dall'addio dell'amministrazione Obama e a poche ore dal patteggiamento da 4,3 miliardi di dollari con Volkswagen per il dieselgate, l'Agenzia per la Protezione Ambientale americana punta il dito contro Fca, accusandola di aver usato un software per aggirare i test sulle emissioni diesel, consentendo cosi' emissioni superiori ai limiti su circa 104.000 auto.

Nel mirino delle autorita' americane ci sono i Jeep Grand Cherokee e i Dodge Ram con motore 3 litri diesel. Le violazioni di cui Fca e' accusata implicano una sanzione fino a 44.539 dollari per auto, per un totale di 4,63 miliardi di dollari. In base agli stessi calcoli, Volkswagen per il dieselgate avrebbe potuto pagare una sanzione massima di 17 miliardi di dollari. ''Non comunicare'' l'esistenza di un ''software che influenza le emissioni e' una seria violazione della legge, che puo' tradursi in un pericoloso inquinamento dell'aria che respiriamo'' afferma l'Agenzia per la Protezione Ambientale in una nota. ''Continuiamo a indagare la natura e l'impatto di questi software. Tutte le case automobilistiche devono giocare con le stesse regole'' aggiungono le autorita' americane, secondo le quali il software usato da Fca ha molte somiglianze con quello di Volkswagen. Mentre le indagini proseguono, aggiungono le autorita' americane, Fca non ha finora offerto una spiegazione accettabile su come i dispositivi siano conformi alla legge. Fca e' stata avvertita mercoledi' dalle autorita' che qualcosa era in arrivo, ed e' venuta a conoscenza dell'oggetto solo nella prima mattinata di giovedi', alle 8.00 del mattino locali. Il comunicato ufficiale dell'Epa e' arrivato alle 11.00. Fca si difende dalle accuse: dicendosi ''delusa'' per l'uscita pubblica dell'Epa, spiega che i suoi ''sistemi di controllo delle emissioni rispettano le normative applicabili''. La societa' si impegna a collaborare con l'Epa e con la prossima amministrazione per presentare il proprio caso. Marchionne difende a spada tratta Fca: non c'e' nessuno software illegale, e ''per quanto conosco questa societa', posso dire che nessuno e' cosi' stupido'' da cercare di montare un software illegale. Poi rassicura: ''sopravviveremo anche se saremo multati fino a 4,6 miliardi di dollari''.

E ieri il titolo Fca è affondato in Borsa. Gli analisti invitano alla cautela. La reazione del titolo Fca alle accuse ''sembra esagerata'', soprattutto perche' la controversia e' alle battute iniziali e non ci sono i dati di un potenziale impatto finanziario, afferma John Murphy, analista di Bank of America. Una multa da 4 miliardi sarebbe nella parte alta della forchetta che puo' essere valutata e ogni eventuale risoluzione dovrebbe costare meno a Fca, aggiunge Murphy. Michelle Krebs, analista di AutoTrader, mette in guardia sul fatto che ''dobbiamo fare attenzione a non saltare a conclusioni sul fatto fatto che il caso Fca e' lo stesso di Volkswagen''.

( 13 gennaio 2017 )

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