Domenica 10 novembre 2024, ore 9:51

Manovra  

Fondo Auto, taglio di 4,5 miliardi 

Il Governo ha convocato a Palazzo Chigi i sindacati e le imprese, rispettivamente il 5 e il 13 novembre, per un confronto sul testo della legge di bilancio. Sarà presente la premier Meloni. Lunedì prossimo inizieranno con le parti sociali le audizioni in Commissione Bilancio della Camera.
La maggioranza lavora a possibili piccoli ritocchi durante il passaggio in Parlamento, ma la linea rimane quella dettata dal Mef: nessuno spazio per provvedimenti che non abbiano prima trovato copertura. I punti fermi del Ddl bilancio da circa 30 miliardi lordi restano il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 40 mila euro, la riduzione a 3 aliquote Irpef, le politiche contro l'inverno demografico.
Intanto, proprio mentre Volkswagen ipotizza la chiusura di 3 stabilimenti in Germania con il potenziale taglio di migliaia di posti e degli stipendi, spunta inatteso nella legge di bilancio un taglio drastico di 4,6 miliardi di euro al Fondo Automotive, varato nel 2022 dal governo Draghi a sostegno degli incentivi alla domanda e per la riconversione della filiera. Una riduzione enorme visto che i 5,8 miliardi ancora disponibili degli 8,7 stanziati fino al 2030 si ridurrebbero a 1,2 miliardi, quindi appena 200 milioni all'anno. ”Siamo impegnati a garantire che la filiera dell'automotive abbia gli strumenti necessari per affrontare la sfida della transizione”, assicura il ministro Urso che spiega: ”Tutte le risorse andranno sul fronte degli investimenti produttivi con particolare attenzione alla componentistica che è la vera forza del Made in Italy". Fim, Fiom e Uilm esprimono ”profonda preoccupazione e ferma contrarietà” per un taglio ”pari all'80% delle risorse previste”. Sottolineano i segretari generali Uliano, De Palma e Palombella: ”Si ignorano un intero settore e le richieste di oltre 20.000 lavoratori che il 18 ottobre hanno partecipato allo sciopero nazionale e alla manifestazione di Roma. Questa mobilitazione, anziché trovare ascolto, è stata seguita da un provvedimento che va nella direzione opposta”. Aggiungono Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil: ”Oggi più che mai c'è necessità di mantenere ed incrementare il Fondo per garantire la continuità produttiva ed occupazionale all'interno delle grandi trasformazioni e transizioni che stanno attraversando il settore e la manifattura nel suo complesso. Questo è uno dei settori di eccellenza del nostro Paese e sono fortemente compromessi, già oggi, il futuro di 45mila lavoratrici e lavoratori della componentistica non metalmeccanica e delle loro famiglie. E' necessario sostenere con investimenti pubblici e privati questo settore, a partire da ulteriori ammortizzatori sociali e da strumenti di politica attiva del lavoro per sostenere la transizione anche da un punto di vista sociale, oltre che in termini di ricerca, innovazione, tecnologia”. E il leader Cisl Sbarra sottolinea: ”Il fondo per l'automotive serve ed è necessario. Noi lavoreremo per farlo ripristinare”. Sul fronte Stellantis ”il Ggoverno non può assolutamente pensare di riconoscere incentivi se non a valle di una presentazione di una chiara strategia industriale e produttiva”.
Sul tavolo del confronto complessivo ci sono anche i dati Istat sulle retribuzioni contrattuali. Nel terzo trimestre 2024, per il totale economia, la crescita è risultata superiore a quella dei prezzi al consumo di poco più di due punti percentuali, proseguendo il graduale recupero del potere d'acquisto. Alla fine di settembre, i 46 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 47,5% dei dipendenti - circa 6,2 milioni - e corrispondono al 45,8% del monte retributivo complessivo. I contratti in attesa di rinnovo ammontano a 29 e coinvolgono circa 6,9 milioni di dipendenti (il 52,5% del totale). Il tempo medio di attesa di rinnovo a settembre 2024 è pari a 18,3 mesi (era 32,2 a settembre 2023) per i lavoratori con contratto scaduto e a 9,6 mesi per il totale dei dipendenti (era 17,0 a settembre 2023). La retribuzione oraria media nel periodo gennaio-settembre 2024 è cresciuta del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’aumento tendenziale è stato del 4,6% per i dipendenti dell'industria, del 4,1% per quelli dei servizi privati e dell'1,6% per i lavoratori della pubblica amministrazione.
A proposito di Pa: negli ultimi anni le retribuzioni degli statali hanno registrato ”significativi aumenti”, soprattutto per le funzioni centrali. Lo rileva il rapporto semestrale dell’Aran. Ma la trattativa per il rinnovo contrattuale non è facile. Il negoziato è slittato al 6 novembre. L'Aran propone aumenti del 5,78% a fronte di un'inflazione che nel periodo si è aggirata sul 15%. Per la Fp Cisl è vero che l'inflazione in questi anni è stata significativa; ma anche che questo sarebbe l'aumento percentuale più alto delle ultime tornate, anche di quello del 2016-18, arrivato dopo 8 anni di blocco della contrattazione (3,48%). Un ”passo avanti” dunque sia sul fronte del salario sia della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Giampiero Guadagni

( 29 ottobre 2024 )

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