Venerdì 26 aprile 2024, ore 6:49

Economia

Il decreto crescita non convince le imprese

Dopo la bocciatura dei sindacati, la freddezza delle imprese. Il decreto crescita non convince il mondo del lavoro. Dopo “una lunga gestazione”, sottolinea la direttrice generale di Confindustria, Marcella Panucci, la legge “fa registrare un primo segnale di discontinuità, seppur di portata limitata”. In audizione sul decreto, Confindustria chiede che “in sede di conversione” sia accolta la disponibilità di Via dell’Astronomia “di formulare proposte volte a rafforzarne la portata e gli effetti in questa direzione”. Il Dl Crescita, secondo Marcella Panucci, “non stanzia molte risorse, a parte quelle destinate ad Alitalia (900 milioni): 430 milioni per il 2019, che alla fine del triennio salgono a 640”. L’effetto sulle finanze pubbliche “è sostanzialmente neutro”: le principali coperture derivano dall’abolizione della mini-Ires, dal definanziamento del Fondo per interventi strutturali di politica economica e del Fondo di Sviluppo e Coesione. Nelle stime del Governo, insieme allo Sblocca-cantieri produrrà un effetto sulla crescita del Pil pari allo 0,1%, nel 2019 e 0,2% nel 2020.

Accoglienza tiepida anche da parte di Rete Imprese Italia. Pur rappresentando “una componente importante del pacchetto delle misure di politica economica del Governo”, secondo l’associazione, “procedendo per giustapposizione di misure assai diverse tra loro”, il decreto “non coglie l’esigenza delle imprese di veder articolato un piano organico e strategico di riforme e misure che possano restituire una visione di insieme della politica economica che possa costituire il presupposto per il recupero di fiducia prospettica che serve a creare condizioni durature, o almeno di medio periodo, di sviluppo e crescita”. In audizione alle Commissioni Finanze e Bilancio della Camera, Rete Imprese sottolinea che ci sono misure che vanno nella giusta direzione, altre che “risultano molto deboli” e altre ancora, “contraddittorie o, addirittura controproducenti, per creare un ambiente adeguato alle esigenze dell’impresa diffusa di territorio, come nel caso del credito o del sostegno e accompagnamento all’innovazione o del bonus per l’efficientamento energetico”. Rete Imprese Italia sollecita l’introduzione di ulteriori misure. In particolare, l’associazione chiede di intervenire “con obiettivi precisi di semplificazione o esonero anche totale dagli adempimenti nell’ambito di una nuova strategia di controllo che punti ad utilizzare al meglio la tecnologia”

( 10 maggio 2019 )

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