Venerdì 19 aprile 2024, ore 10:35

Energia 

Inflazione ad alta quota 

Non si ferma la corsa dell’inflazione: ad agosto accelera ancora, salendo all'8,4% su base annua, dal 7,9% registrato il mese precedente. Non era mai stata così alta dal dicembre 1985, quando toccò +8,8%. Secondo le stime preliminari dell'Istat, l'indice dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,8% su base mensile. A spingere sono soprattutto i prezzi energetici: energia elettrica e il gas mercato libero producono l'accelerazione dei beni energetici non regolamentati, in parte mitigata dal rallentamento di quelli dei carburanti, insieme con gli alimentari lavorati e i beni durevoli. Vola il carrello della spesa che segna un aumento del 9,7% che non si osservava da giugno 1984: i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona passano dal +9,1% al +9,7%, mentre rallentano quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto, dal +8,7% al +7,8%. L'accelerazione dell'inflazione su base tendenziale, spiega l'Istat, si deve prevalentemente da una parte ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +42,9% di luglio a +44,9%) e in particolare degli Energetici non regolamentati (da +39,8% a +41,6%; i prezzi dei Beni energetici regolamentati continuano a registrare una crescita molto elevata ma stabile a +47,9%), e dall'altra a quelli dei Beni alimentaria lavorati (da +9,5% a +10,5%) e dei Beni durevoli (da +3,3% a +3,9%). Registrano, invece, un rallentamento i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +8,9% a +8,4%). (
Per Confesercenti, la corsa dell'inflazione insieme al caro bollette, rischia di produrre un pesante effetto domino sui consumi delle famiglie e sul Pil: senza un'inversione di tendenza, l'aumento di prezzi e utenze porterà nei prossimi due anni a una minore spesa di 34 miliardi, oltre 1.300 euro in meno a famiglia. Confcommercio lancia l'allarme: "La corsa inarrestabile dei prezzi delle materie prime energetiche si sta abbattendo sui bilanci delle imprese del terziario e della distribuzione tradizionale e moderna: a rischio chiusura 120 mila imprese del terziario da qui al primo semestre 2023 e 370 mila posti di lavoro.
L’attesa è tutta per il nuovo provvedimento del governo contro il caro bollette. Nonostante la legislatura sia ormai agli sgoccioli, l’esecutivo Draghi sta pianificando un Consiglio dei ministri per decidere come procedere. I tempi, però, non saranno brevi. Si tratta di nuove misure per un importo compreso fra gli otto e i dieci miliardi. Risorse incrementali rispetto a quanto già messo in campo dal governo. Il problema come sempre sono le disponibilità che deve anche fare i conti con il mancato gettito della tassa sugli extraprofitti delle società che si occupano di energia. L'esecutivo non è intenzionato a realizzare uno scostamento di bilancio. Con il risultato che bisognerà trovare le risorse sottraendo fondi ad altri interventi già varati. Nella visione di Draghi non c'è infatti spazio per l'extradeficit, ma solo per un provvedimento che riesca a tamponare l'emergenza senza pesare ulteriormente sui conti pubblici almeno fino alle elezioni. Poi la palla passerà nelle mani del nuovo esecutivo.
Ciò non toglie che ci sono urgenze da affrontare. A cominciare dalla proroga del taglio delle accise esteso dal decreto aiuti bis fino al 20 settembre. I 30 centesimi di sconto sul costo di benzina e diesel sono stati rinnovati fino al 5 ottobre, con un costo intorno a un miliardo. Ieri il decreto interministeriale firmato dal minsitro dell’Economia Franco e dal ministro della Transizione Ecologica Cingolani.
Giampiero Guadagni

( 31 agosto 2022 )

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