Lunedì 6 maggio 2024, ore 0:34

Economia 

Inflazione, serve nuova politica dei redditi 

I partiti aumentano il pressing sul governo per ridurre il caro bollette, anche facendo nuovo debito. Un provvedimento è allo studio dell'Esecutivo, anche se al momento non è previsto un nuovo scostamento di bilancio. ”L'aumento del costo dell'energia rischia di avere un costo totale l'anno prossimo superiore all'intero pacchetto del Pnrr. Quindi non è che il Pnrr ci ha messo al sicuro da tutto”, è l’allarme lanciato dal ministro della Transizione ecologica Cingolani. Che però ha poi precisato: ”Sono considerazioni che non intendono minimamente associare il costo delle bollette al Pnrr né evidenziare che l’impennata dei prezzi metta a rischio la riuscita del Piano”.
Ma al di là delle parole di Cingolani, ormai da giorni le forze politiche chiedono con forza che il presidente del Consiglio Draghi decida con urgenza nuove misure e nuove risorse a sostegno delle famiglie e delle imprese colpite dagli aumenti dei costi di energia e gas. A volere lo scostamento è soprattutto il centrodestra (anche se, dice Berlusconi, in prospettiva è indispensabile aumentare la produzione di gas e riprendere la ricerca sul nucleare”); ma anche Leu chiede subito un intervento da 17-18 miliardi, che sarebbe ”il male minore”; e pure per il M5s ”un nuovo scostamento di bilancio, con fondi adeguati per limitare l'impatto delle bollette, è una necessità”. Al momento, però, l'ipotesi di fare nuovo debito non rientra nelle prospettive del ministro dell’Economia Franco che lavorando ad un’altra possibile soluzione, di cui però ancora non viene quantificata l'entità.
L'impennata dei prezzi ed il caro-energia galoppante schiacciano il potere d'acquisto dei salari. La difficoltà di tenuta dei salari rispetto al costo della vita è emersa anche dagli ultimi dati Istat: nel 2021 la crescita delle retribuzioni contrattuali orarie si è fermata allo 0,6% annuo. Contro la corsa dell'inflazione che nell'anno alle spalle ha toccato una media dell’1,9%. Una velocità tripla. Con una riduzione, a cascata, del potere d'acquisto.
Osserva allora il leader della Cisl Sbarra: ”Famiglie, imprese e lavoratori vanno protetti maggiormente dalla fiammata inflazionistica: il Governo valuti se è opportuno in questa fase andare ad uno scostamento di bilancio in modo da sterilizzare gli aumenti delle bollette di luce e gas. Abbiamo bisogno di un grande accordo su una nuova politica dei redditi per sostenere le realtà deboli, mettere sotto controllo tutte le tariffe pubbliche, promuovere e diffondere la contrattazione di secondo livello per alzare e incrementare la produttività e per redistribuirla aumentando i salari, ridurre il cuneo fiscale, detassare gli aumenti contrattuali e la piena defiscalizzazione dei premi di risultato e poi soprattutto serve mettere in campo un nuovo piano energetico per ridurre il peso delle importazioni di gas”.
Per la Uil va rivisto il meccanismo dei rinnovi contrattuali. Il segretario generale Bombardieri mette in discussione il Patto della fabbrica firmato a marzo del 2018 dai sindacati con Confindustria, che ha riproposto come parametro su cui basare gli incrementi dei minimi retributivi l'Ipca (l'indice dei prezzi al consumo armonizzato a livello europeo) calcolato al netto dei prezzi dei beni energetici importati. Quel patto ”è stato messo nero su bianco quando l’inflazione viaggiava intorno all’1%. Ora con una inflazione che sfiora il 5% e aumenti così alti del costo dell'energia quel Patto ”non esiste più”.
Per il numero uno della Uil occorre intanto riconoscere a dipendenti e pensionati una sorta di indennità di vacanza contrattuale, che già esiste nel pubblico impiego. Oggi ci sono oltre 6 milioni di lavoratrici e lavoratori con il contratto scaduto. Precisa Bombardieri, ”nessuno richiama la scala mobile” e neppure ”il salario minimo che con l’inflazione non ci azzecca nulla”.
Giampiero Guadagni

( 8 febbraio 2022 )

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