Venerdì 26 aprile 2024, ore 13:42

Istat

L' economia sommersa e illegale valgono 210 miliardi l'anno

L'economia non osservata, ossia la somma dell'economia sommersa e delle attività illegali, nel 2016 vale circa 210 miliardi di euro, pari al 12,4% del Pil. La denuncia arriva dall’Istat, sottolineando che le stime al 2016 confermano la tendenza alla discesa dell'incidenza della componente non osservata dell'economia sul Pil, dopo il picco del 2014 (13,1%). In particolare, il valore aggiunto generato dall'economia sommersa (che va dalle sotto-dichiarazioni all'impiego di lavoro irregolare, dagli affitti in nero alle mance) ammonta a poco meno di 192 miliardi di euro; quello connesso alle attività illegali (produzione e traffico di droga, prostituzione e contrabbando di tabacco), incluso l'indotto (pari a circa 1,3 miliardi), risulta pari a circa 18 miliardi, stima l'Istituto.

II sommerso fa la parte del leone, visto che gli statistici gli attribuiscono un valore aggiunto di poco meno di 192 miliardi di euro, mentre quello connesso alle attività illegali (incluso l'indotto) arriva a circa 18 miliardi. "Le stime al 2016 confermano la tendenza alla discesa dell'incidenza della componente non osservata dell'economia sul Pil dopo il picco del 2014", dice l'Istat: "Si riscontra infatti un'ulteriore diminuzione di 0,2 punti percentuali dopo quella di 0,5 punti registrata nel 2015".

Poche variazioni anche nella "torta" dell'economia che sfugge alle vie ufficiali: "Nel 2016, la componente relativa alla sotto-dichiarazione pesa per il 45,5% del valore aggiunto (circa -0,6 punti percentuali rispetto al 2015). La restante parte è attribuibile per il 37,2% all'impiego di lavoro irregolare (37,3% nel 2015), per l'8,8% alle altre componenti (fitti in nero, mance e integrazione domanda-offerta) e per l'8,6% alle attività illegali (rispettivamente 9,6% e 8,2% l'anno precedente)".

Dove colpisce maggiormente il sommerso? Secondo la ricognizione dell'Istat, nelle 'Altre attività dei servizì (33,3% nel 2016), poi nel settore 'Commercio, trasporti, alloggio e ristorazionè (23,7%) quindi nelle 'Costruzionì (22,7%), in linea con quanto osservato in precedenza. "Anche il peso della sotto-dichiarazione sul complesso del valore aggiunto risulta più rilevante nei medesimi settori: 16,3% nei Servizi professionali, 12,4% nel commercio, trasporti, alloggio e ristorazione e 11,9% nelle Costruzioni. Nel Manifatturiero, l'incidenza è relativamente elevata nella Produzione di beni alimentari e di consumo (7,5%) e molto contenuta nella Produzione di beni di investimento (2,3%)", aggiunge il rapporto. Quanto al lavoro nero, "incide maggiormente nel settore degli Altri servizi alle persone (con un peso del 22,8% nel 2016), dove è principalmente connessa al lavoro domestico, e nell'agricoltura, silvicoltura e pesca (16,4%)".

Ieri l’approvazione del Def e lunedì la manovra al Cdm.. Ma precisa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti: prima porteremo il dl fiscale, che avrà effetto immediato. "E' stato approvato, come avevamo previsto, a piena maggioranza il Def prima al Senato, poi alla Camera. Questo significa che il Parlamento italiano si è espresso e rappresenta la sovranità popolare. Siamo convinti di quello che stiamo facendo, siamo molto sereni e determinati"., ha dichiarato il premier Giuseppe Conte a Addis Abeba aggiungendo che "qualche critica ci può essere ma anche chiari segnali positivi", come quelli "del ministro del Tesoro Usa che conosce i fondamentali della nostra economia, che sono molti solidi".

Ma ”nella manovra finanziaria del governo manca una visione di Paese che punti innanzitutto alla crescita: credo che nel dialogo e nel confronto che il governo mi auguro finalmente attivi con le parti sociali, tenga davvero presente questo aspetto”., ha sostenuto Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, parlando a margine del Festival delle Generazioni organizzato dalla Fnp Cisl a Firenze. ”Noi ci presenteremo al governo - ha aggiunto - con proposte maturate da Cgil, Cisl e Uil, le confronteremo con la nostra base associativa, con i lavoratori. Per creare il futuro del Paese bisogna ripartire dal lavoro. E non si riparte dal lavoro se innanzitutto non si pensa ad investire in reddito e sviluppo»”.

Insiste invece il Govermo: "Le mie previsioni per la crescita sono superiori a quelle che abbiamo indicato". Lo dico "perché sono direttamente protagonista del lavoro che stiamo facendo e consapevole di come stiamo impostando le riforme". ha sottolineato Conte aggiungendo che c'è stato un ulteriore passaggio significativo alla riunione con i rappresentanti delle maggiori aziende di Stato: "Ho avuto conferma che investiremo molti miliardi aggiuntivi rispetto a quelli programmati. Significa che avremo moltiplicatori per la crescita del Pil superiori a quelli previsti".

( 12 ottobre 2018 )

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