Nei due anni da incubo per salute ed economia dettati dal virus, raro e forse persino unico settore a resistere è stato quello della nautica da diporto “made in Italy”. Ulteriore conferma di ciò è stata l'edizione 61 del Salone Nautico di Genova, secondo nell'epoca Covid e vetrina tra le più pregiate tra quelle mondiali delle barche. Novantamila e passa i visitatori, più interessati del passato perché la riduzione dei giorni di expo e le restrizioni anti pandemia hanno allontanato i meri curiosi, e che hanno messo il timbro al quadro positivo tracciato, dati alla mano, dal presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, che ha informato come il 2021 segnerà un inequivocabile più 23,8% di fatturato del settore che lo porta sulla soglia (e forse anche a superarla) dei sei miliardi di euro e che, numero davvero convincente e rallegrante, decreta anche un aumento di occupazione pari al 2,4% rispetto all'anno prima. Cifra che merita un sorriso in era di esuberi, tagli, cassa integrazione e persino licenziamenti generalizzati e sparsi sulla maggioranza dei comparti economici e manufatturieri. La bontà delle barche italiane, dai gommoni ai grandi yacht, passando per i motoscafi di ogni dimensione, è apprezzata sempre più in Europa mentre il Salone di Genova ha aperto, come riferiscono i costruttori, la novità del mercato australiano. “Non sarà né facile né proprio immediato, ma abbiamo iniziato a lavorare, favoriti anche dal fatto che si trova nell'altro emisfero e quindi le stagioni vanno al contrario, impegnando anche i mesi nei quali, nel nostro, c'è meno attenzione alla nautica”, assicurano gli imprenditori del settore. E l'andamento positivo dell'industria che muove anche un indotto da 65 milioni, viene colto dal governo che ha dimostrato interesse ed attenzione concreto attraverso due ministri che hanno visitato il Salone e titolari di dicasteri quali Infrastrutture e Turismo che con mare e diporto hanno a che fare. Per il primo, il ministro Enrico Giovannini ha collegato Genova, ponte San Giorgio e lo stesso expo “importante per l'Italia”, affermando come “il successo di questo Salone è la testimonianza del successo di questa città e di questo settore. Sappiamo che dobbiamo sviluppare di più la nostra portualità e anche la nautica da diporto. Sostenere questo comparto significa pure sostenere l'occupazione”. “Per molto tempo l'Italia - ha insistito Giovannini - non ha dato un chiaro segnale di dove volesse approdare. Ora ha una idea di dove vuol essere entro pochi anni. Mi rendo conto che ci può essere dello scetticismo, ma può e deve essere smentito da eventi come questo che confermano che Italia ha fatto un salto culturale. Per questo oltre 4 miliardi sono stati inseriti nel Pnrr per il potenziamento e la trasformazione dei porti italiani, fondi che non si erano mai visti”. Gli ha fatto da sponda il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, sottolineando che l'anno si annuncia positivo. “Dobbiamo investire su un settore strategico per il Paese come la nautica - ha detto -. Sosteniamo questo settore e, per esempio, nella misura che stiamo predisponendo come Ministero del Turismo per aiutare il rinnovamento delle strutture ricettive vogliamo inserire le marine turistiche perché fanno parte del sistema ricettivo e del sistema Paese“. Mentre il presidente Confindustria Carlo Bonomi ha rivendicato la grande capacità italiana, sia da un punto di vista imprenditoriale, che sotto l'aspetto creativo. “La nautica è un'eccellenza che ci invidia tutto il mondo. Capacità di fare bene, fare il bello - ha dichiarato - è segno dell'imprenditoria italiana che sa imparare e non si arrende mai”. Il Salone si è esteso su oltre 200 mila metri quadrati dei quali l'80% in acqua per circa mille espositori.
Dino Frambati