La manovra correttiva da 3,4 miliardi conterrà anche misure pro-crescita, a partire da un pacchetto di interventi a favore dell'economia delle zone terremotate. Il valore si aggirerebbe sul miliardo di euro, quanto un terzo della manovra stessa. Si tratterebbe però non di un miliardo aggiuntivo, ma di una fetta a valere sulla stessa correzione. Le misure correttive incideranno infatti sul deficit strutturale, mentre quelle pro-terremoto avrebbero impatto sul deficit nominale e, in accordo con l'Ue, potrebbero non essere calcolate ai fini del fiscal compact.
Il conto della manovra correttiva scenderebbe quindi a 3 miliardi o forse anche meno consentendo così anche al Governo di uscire dall'impasse sulla composizione della manovra correttiva dopo lo stop di Matteo Renzi all'ipotizzato aumento delle accise sui carburanti. Nel caso in cui l'asticella dell'aggiustamento contabile dovesse scendere, potrebbe essere sufficiente far salire da un miliardo a 1,3-1,4 miliardi di euro la dote attesa dal rafforzamento dello split payment Iva per trovare la quadratura del cerchio. Le altre risorse arriverebbero prevalentemente da tagli di spesa con un possibile ricorso al solo aumento delle accise sui tabacchi.
Misure per la crescita “anticipo” della manovra 2018
La manovrina conterrà anche un primo pacchetto di misure per la crescita. Che, così come i tagli, costituiranno una sorta di antipasto della prossima legge di bilancio da costruire sulle linee guida del Def di aprile. Una manovra, quella autunnale, che dovrà contribuire a centrare il target della riduzione del deficit strutturale e, nelle intenzioni del Governo, a disinnescare le clausole di salvaguardia Iva da 19,5 miliardi di euro. Il conto potrebbe rivelarsi molto pesante. Ma il Governo nel confronto con Bruxelles conta di avere a disposizione uno spazio di deficit più ampio (almeno 1,8-2% del Pil anziché il previsto 1,2%) e di ottenere agevolazioni “fuori-Patto” non solo limitate agli interventi post-terremoto