Venerdì 26 aprile 2024, ore 16:09

Rapporto

Pil, l’Istat rivede la crescita del 2015. L’incremento scende a +0,7%

l Pil italiano nel 2015 è cresciuto dello 0,7%. Lo rende noto l'Istat che ha rivisto al ribasso la stima preliminare resa nota a marzo di una crescita dello 0,8%. Nel 2015, calcola ancora l'Istat, gli investimenti fissi lordi sono cresciuti dell'1,3% (con incrementi del 18,2% dei mezzi di trasporto, del 2,1% delle macchine e attrezzature e dello 0,3% dei prodotti della proprietà intellettuale e un calo invece dello 0,4% degli investimenti in costruzioni). I consumi finali nazionali sono aumentati dell'1,0% (+1,5% per la spesa delle famiglie residenti, -0,6% per la spesa delle amministrazioni pubbliche), le esportazioni di beni e servizi del 4,3% e le importazioni del 6,0%. Il valore aggiunto, a prezzi costanti, è aumentato del 3,7% in agricoltura, silvicoltura e pesca, dell'1,3% nell'industria in senso stretto e dello 0,4% nel settore dei servizi. Nelle costruzioni si è registrato, invece, un calo dell'1,2%.

Per l'insieme delle società non finanziarie, la quota di profitto è pari al 41% e il tasso di investimento al 19,3%. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato una crescita dello 0,9% sia in valore nominale, sia in termini di potere d'acquisto. Poiché i consumi privati sono aumentati dell'1,5%, la propensione al risparmio delle famiglie è scesa all'8,3% (dall'8,9% del 2014).

“Il dato riguardante la caduta della produzione industriale durante la crisi è ormai noto da tempo, ecco perché, oggi, come Cisl, crediamo sia più importante concentrarsi su quanto c’è da fare per rilanciare investimenti e consumi piuttosto che ricordare quanto perso negli anni passati”, ha dichiarato il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina. “Infatti- continua Farina- è soprattutto la caduta della domanda aggregata di investimenti e consumi che ha rallentato le attività industriali e l’economia del paese ed è da questa considerazione che dobbiamo ripartire. Abbiamo tre possibilità importanti davanti a noi: l’uso delle risorse dei fondi europei per rafforzare la competitività dei territori e la loro attrattività agli investimenti; il progetto appena avviato di industria 4.0 per rafforzare la competitività delle imprese; utilizzare bene la detassazione sul salario di produttività per favorire l’estensione della contrazione nelle aziende e fare crescere la produttività ed i salari dei lavoratori”.“Naturalmente c’è bisogno di un impegno straordinario da parte di tutti- conclude Farina- di relazioni industriali moderne e di un sindacato che sappia impegnarsi di più nella creazione di sviluppo e di ricchezza e non solo nella sua redistribuzione”.

In dettaglio, il rapporto deficit/Pil nel 2015 si è attestato al 2,6% (contro il 3% del 2014). Lo rende noto sempre l'Istat confermando - nonostante le revisione del Pil - le stime preliminari di marzo. Il debito pubblico italiano si è attestato nel 2015 al 132,2% del Pil (dal 131,8% del 2014). Lo certifica l'Istat in base ai dati della Banca d'Italia. Le ultime stime del 21 aprile scorso indicavano un rapporto al 132,7%.

Nel 2015 il saldo primario italiano (ovvero l'indebitamento netto meno la spesa per interessi) è stato pari all'1,5% del Pil. Nel 2015 la pressione fiscale in rapporto al Pil si è attestata al 43,4%, invariata rispetto al dato del 2014. Lo rende noto l'Istat, correggendo, negli ultimi conti economici nazionali, le stime di aprile scorso pari a 43,5% per il 2015 e a 43,6% per il 2014.

Nel 2014 il Pil italiano è cresciuto dello 0,1%, con una revisione al rialzo di 0,4 punti percentuali rispetto alla diminuzione di 0,3 punti percentuali stimata a marzo.

I tassi di crescita sono stati rivisti verso l'alto di 0,4 punti percentuali per gli investimenti fissi lordi, di 1,7 punti percentuali per la spesa delle Isp (istituzioni senza scopo di lucro al servizio della famiglie) e di 0,1 punti percentuali per le importazioni. Rettifiche al ribasso per 0,2 punti percentuali hanno invece riguardato sia le esportazioni, sia la spesa delle famiglie. L'Istat segnala in particolare che la revisione del livello delle scorte, al rialzo per l'anno 2014 e al ribasso per quello successivo, ha indotto un significativo cambiamento nel contributo di tale aggregato alla variazione del Pil; in termini di volume l'apporto risulta ora positivo per 0,6 punti percentuali nel 2014 (in precedenza era nullo) e per 0,1 punti nel 2015 (a fronte di +0,5 punti nella stima dello scorso marzo). Anche dal lato del valore aggiunto settoriale, per il 2014 prevalgono le revisioni al rialzo. Nel comparto industriale si registra una revisione positiva di 0,6 punti percentuali del tasso di crescita del valore aggiunto delle attività manifatturiere e negativa per 1 punto percentuale di quello delle costruzioni. Nel settore terziario, che ha registrato una revisione al rialzo complessivamente pari a 0,5 punti percentuali, le più ampie revisioni verso l'alto riguardano le attività professionali, scientifiche tecniche e amministrative (+1,3 punti percentuali), i servizi di informazione e comunicazione (+1,2 punti) e le attività finanziari e assicurative (+1,2 punti), mentre solo per le attività immobiliari l'aggiustamento è verso il basso (-0,7 punti percentuali).

Alleva, svolta a fine 2014,fuori da crisi con altri - La revisione al rialzo del Pil 2014 "anticipa il punto di svolta". Così il presidente Istat, Giorgio Alleva, che ricorda come il 'timing' dell'uscita dalla crisi dell'Italia era stato "un elemento di discussione: prima gli altri poi noi. Ora invece la revisione rende più coerente il nostro quadro con quello europeo". Sulla forte correzione al rialzo del 2014, Alleva spiega "come stia dando i frutti" la rilevazione diretta su 4,5 milioni di imprese. "Sono contento che un'informazione così ricca consenta di apportare miglioramenti", dice Alleva.

E sul lavoro è fondamentale combattere la precarietà. "Il mercato del lavoro italiano è in sofferenza ed è urgente intervenire a sostegno dell’occupazione attraverso un forte contrasto alla precarietà da garantire anche con la contrattazione a tutti i livelli", ha detto il segretario generale della Fisascat Pierangelo Raineri ha commentato i più recenti dati diffusi dall’Inps sui rapporti di lavoro nel Bel Paese. Il messaggio è stato rilanciato dal Centro Studi di Firenze, dove si è concluso il III modulo del corso lungo di formazione sindacale sul tema “Mercato del Lavoro e Bilateralità” promosso dalla federazione cislina e riservato a 30 giovani quadri e operatori della categoria. «Da un lato la crescita economica inferiore rispetto alle aspettative, dall’altro la perdita di oltre 900mila posti di lavoro negli ultimi sette anni rischiano di divenire un malessere cronico da curare accompagnando i processi economici e sociali anche attraverso la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente e sulle pensioni» ha aggiunto il sindacalista sottolineando un altro preoccupante dato divulgato dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale sul ricorso al lavoro accessorio. "Dal 2008 al 2015 i percettori di voucher sono passati da 24mila a 1,4milioni e solo nei primi 7 mesi del 2016 l’incremento è stato del 36,2% con oltre 84,3 milioni di buoni lavoro venduti e circa 500mila persone che in Italia vivono di lavoro accessorio» ha stigmatizzato il sindacalista suggerendo una modifica all’impianto normativo in attesa del varo definitivo del decreto correttivo al Jobs Act previsto nelle prossime ore e che in parte ha accolto le richieste dei sindacati confederali avanzate nella fase concertativa. «In attesa che vengano confermate le modifiche presentate nelle scorse settimane alle confederazioni Cgil Cisl Uil sulla riforma del lavoro, ribadiamo la necessità di una modifica strutturale della normativa sull’utilizzo dei buoni lavoro che soprattutto nei settori del terziario privato, commercio e turismo, ha registrato l’incremento maggiore", ha aggiunto Raineri.

( 23 settembre 2016 )

Magazine

Via Po Cultura

SOLO PER GLI ABBONATI

Gli scienziati adesso si trovano davanti a una delle domande più fondamentali: che cosa vuole dire essere intelligenti?

  • Email Icon
  • Facebook Icon
  • Twitter Icon
  • Pinterest Icon
Commenta Icona

Libri

Nel nome del destino

Con il nuovo romanzo di Simona Lo Iacono è venuta a riprendersi la scena da un passato lontanissimo Virdimura, una "fimmina che voleva farsi dutturi!";

  • Email Icon
  • Facebook Icon
  • Twitter Icon
  • Pinterest Icon
Commenta Icona

Mostre

Papaevangeliou, il luogo visibile dell’ invisibile

Venerdi 26 Aprile si apre una mostra intitolata ICONOSTASI presso lo Studio d’arte GR*A a Roma

  • Email Icon
  • Facebook Icon
  • Twitter Icon
  • Pinterest Icon
Commenta Icona

FOTO GALLERY

Immagine Foto Gallery

© 2001 - 2024 Conquiste del Lavoro - Tutti i diritti riservati - Via Po, 22 - 00198 Roma - C.F. 05558260583 - P.IVA 01413871003

E-mail: conquiste@cqdl.it - E-mail PEC: conquistedellavorosrl@postecert.it