Giovedì 2 maggio 2024, ore 9:10

Effetto guerra 

Rincari energetici, il Governo prende le misure 

La guerra in Ucraina e le sue conseguenze sull’economia restano drammaticamente al centro del dibattito politico e sociale italiano. Il Governo è al lavoro per varare alcune misure a sostegno di famiglie e imprese. In settimana è previsto un Consiglio dei ministri. Obiettivo: mettere un freno al caro energia e agli aumenti dei prezzi dei carburanti muovendosi in sintonia con l'Europa. È il ministro della Transizione ecologica Cingolani a farsi portavoce della strategia governativa: invoca come fondamentale un argine ai costi energetici “oltre il quale gli operatori europei non possano andare”. E sul boom della benzina ammette la sua sorpresa: “Non esiste motivazione tecnica, colpa solo di una spirale speculativa su cui guadagnano in pochi”. Cingolani parla di “una colossale truffa a spese di imprese e cittadini” a proposito del prezzo del greggio e del gas in rialzo esponenziale, nonostante non manchi l'offerta. Diversificare la produzione energetica, per essere più autonomi, è l’altro mantra ora, per l'Italia. Ad esempio, suggerisce il Ministro, “prendendo gas da altre regioni”; e nel breve “garantendo "2,5 miliardi di metri cubi di gas in più” da offrire a prezzo controllato alle piccole e medie imprese energivore cioè quelle con più alto bisogno di gas. Per loro il Governo sta lavorando ipotizzando l'aumento del credito di imposta, fino al 50%, oppure aiuti alle aziende più penalizzate dalle sanzioni alla Russia attraverso il fondo di garanzia a sostegno del credito, fino al taglio dei costi dei carburanti che colpisce tutti. Misure che andrebbero a integrare il pacchetto di Bruxelles che prevede tra l'altro, la tassazione degli extra profitti per le società elettriche (per la Commissione europea si potrebbe arrivare a un gettito di circa 200 miliardi).
Per Palazzo Chigi il primo step non è predisporre uno scostamento di bilancio: opzione che è esclusa, al momento, nonostante qualche apertura fatta dal ministro dello Sviluppo economico Giorgetti nei giorni scorsi e il pressing crescente delle forze politiche. Per l'Esecutivo, la priorità è usare bene i fondi del Recovery plan. Ma la prima mossa del Governo dovrebbe essere il tanto atteso intervento sullo stato di emergenza in scadenza il 31 marzo. Allentare le restrizioni sarà un primo e concreto strumento per dare ossigeno alle imprese dopo la frenata imposta dal Covid per quasi due anni.
Intanto la Procura di Roma apre un’indagine sull'aumento del prezzo di gas, energia elettrica e carburanti. Al momento è un procedimento contro ignoti senza indagati e senza ipotesi di reato, ma è volto ”a verificare le ragioni di tale aumento e individuare eventuali responsabili”.
Sull'escalation dei prezzi di gas, carburanti per autotrazione ed energia elettrica dovute a speculazioni nella formazione dei listini nazionali la Cisl concorda con Cingolani. Osserva il segretario confederale Romani: “Le forniture relative al gas ed al petrolio attualmente utilizzati per la distribuzione, anche sotto forma di energia elettrica e carburanti, sono acquisite dai distributori con contratti a prezzi fissati da molto tempo, ben diversi da quelli attuali - aggiunge -. In particolare per l'energia elettrica si dovrebbe poi considerare che essa è prodotta, in percentuali pari quasi al 50 per cento, con fonti esenti dai rincari (come le rinnovabili), ma ciò nonostante gli aumenti continuano a riguardare l'intera bolletta, così come, paradossalmente, riguardano perfino i conguagli per consumi già effettuati mesi, finanche anni, addietro”. Per la Cisl è dunque “necessario un intervento urgente per calmierare i prezzi che rischiano di inginocchiare famiglie ed imprese, dissanguando l'economia nazionale a beneficio di pochi speculatori”. Occorre poi “applicare una super-tassazione ai profitti così ottenuti dalle imprese che stanno applicando questi dissennati aumenti ed utilizzare le entrate per alimentare il fondo sostegni al caro bollette. Anche lo Stato deve fare la sua parte mettendo a disposizione delle famiglie e delle imprese in maggiore difficoltà le maggiori entrate fiscali di cui sta beneficiando, gli oneri di sistema ed i proventi delle aste ETS, anch'essi in costante crescita”, sottolinea ancora Romani per il quale ”occorre che una nuova politica energetica comunitaria, che superi la dipendenza da Paesi non affidabili sul piano politico e non rispettosi delle convenzioni internazionali sui diritti umani, sia avviata anche attraverso uno sforzo straordinario che, così come fatto per il Covid, individui spazi di cooperazione sul debito utile ad impedire il default delle economie nazionali”.
Giampiero Guadagni

( 14 marzo 2022 )

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