La decisione di Agcom conferma che il progetto di Vivendi di mantenere l'intero capitale di NetCo in Tim non solo non crea valore per gli azionisti, ma èconsiderata insufficiente anche per un cambiamento del quadro regolatorio. Il fondo Elliott passa al contrattacco dopo lo stop dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni al progetto di scorporo della rete Telecom e ribadisce che l’attuale cda debba intraprendere senza ulteriori ritardi i passi necessari per la creazione e la separazione di una rete unica, che possa creare valore per l'azienda e i suoi dipendenti, per gli azionisti e per il sistema Paese. "I recenti risultati finanziari e la decisione di Agcom - ha aggiunto un portavoce di Elliott - evidenziano che le decisioni del precedente Cda sotto il controllo di Vivendi, motivate da presunte ragioni industriali, hanno avuto come risultato un anno di distruzione di valore e di tempo perso a spese di Tim, dei suoi azionisti, e dell'intero Paese".
In precedenza Agcom aveva “bocciato” il progetto di separazione volontaria della rete Telecom, ritenendo che non cambiasse in sostanza il contesto di mercato nel quale l’ex monopolista conserverebbe un "significativo potere". L’Authority presieduta da Angelo Marcello Cardani è arrivata alla stessa conclusione di sei anni fa, quando lo scorporo fu accantonato: nessun dividendo regolamentare è possibile, fintanto che la rete resta di proprietà dell’incumbent.
(Domani articolo integrale su Conquiste tabloid)