Giovedì 25 aprile 2024, ore 11:01

Francoforte 

Bce: l’utile 2022 crolla a zero per la svalutazione dei titoli 

Guarda chi si rivede, in grande spolvero. I Bot vanno in asta con rendimenti ai massimi da un decennio. È l'effetto del ripido rialzo dei tassi d'interesse della Bce, che per lo stesso motivo oggi si ritrova con un utile 2022 azzerato di fronte alla caduta delle quotazioni dei titoli comprati in quasi un decennio di Quantitative easing. E la politica monetaria plana sull'agenda del G-20 in India, fra segnali contrastanti per la Banca centrale europea come per la Fed mentre s'intravede una ripresa globale. Per la Bce, i risultati del bilancio 2022 non arrivano a sorpresa. Anzi: gli allarmi - dalla Banca d'Olanda alla Banca nazionale belga - di grosse perdite in arrivo per le banche centrali reduci da anni di acquisti di debito, sono smentiti. Eppure fa effetto leggere che l'utile di Francoforte, già crollato a 192 milioni nel 2021, è zero l'anno successivo, a causa di 1,627 miliardi che la Bce ha dovuto accantonare dalla perdita di valore dei titoli in pancia e dal boom degli interessi da pagare alle banche centrali nazionali. Lo stesso boom che oggi ha visto il Bot a sei mesi, venduto per tre miliardi dal Tesoro, pagare il 3,05%, il tasso più alto dal dicembre 2011, e il 12 mesi il 3,24%, un livello che non si vedeva da giugno 2012.

Tutte notizie già digerite dai mercati, che piuttosto s'interrogano sulle prossime mosse di Fed e Bce e lasciano lo spread poco mosso a 190 e il Btp decennale al 4,37%, con le Borse intonate al rialzo. In Europa l'inflazione di gennaio è stata ritoccata al rialzo all'8,6%. Ma soprattutto, a dar benzina al motore dei 'falchi' nella Bce rischia di essere l'inflazione di fondo - al netto di alimentari ed energia - che testimonia una corsa ad adeguare al rialzo i prezzi mai prima così forte: in accelerazione al 5,3%, un record, contro il 5,2% della stima precedente. Negli Usa, la crescita del Pil nel quarto trimestre 2022 viene ridimensionata, nella seconda stima, al 2,7% contro il 2,9% precedente. Dovrebbe essere un segnale di cautela per la Fed, che ha confermato la tendenza ad aumenti 'light' dei tassi d'interesse da 0,25 punti percentuali. Ma anche per la Fed il diavolo si nasconde nei dettagli: se i consumi frenano a 1,4%, suggerendo che l'effetto della stretta monetaria comincia a farsi sentire, l'indice Pce (il più osservato dalla Fed) accelera, testimoniando un'inflazione più ostinata del previsto.

Entrambe le economie, Usa e Ue, mostrano una inusitata solidità del mercato del lavoro che fa essere moderatamente ottimista il Fondo monetario internazionale a Bangalore, dove si è tenuta una riunione dei ministri delle Finanze e governatori delle banche centrali del G7, nella due giorni a livello G-20. Anche Janet Yellen, la segretaria del Tesoro Usa, dice che l'economia globale è in una posizione migliore rispetto alla catastrofe da shock energetico che ci si aspettava in autunno. E dunque c'è spazio per continuare con i rialzi di Fed e Bce, se anche il governatore della Banca del Giappone, l'ascoltato Haruhiko Kuroda, dice che il G7 (presieduto dal Giappone) vede la necessità di continuare la stretta monetaria per raffreddare l'inflazione.

A Bangalore, per le banche un colpo di freno potrebbe essere arrivato dal Fmi: la fase di iper-inflazione scatenata dalla pandemia ed esacerbata dalla guerra potrebbe finire presto, ha detto la numero uno Kristalina Georgieva. Al G-20 - dove il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha incontrato l'omologa indiana Nirmala Sitharaman e poi le imprese italiane operanti in India - si dovrà fare il punto sulle forze in campo, a partire dal ritorno della Cina sulla scena economica. Resta il dato di fondo: il 2022 ha rappresentato uno dei peggiori anni per il mercato dei capitali, in termini di distruzione di valore a livello mondiale. È quanto emerge dal settimo osservatorio sul mercato dei capitali realizzato da Equita nell'ambito della partnership con l'Università Bocconi. Se si guarda ai soli Stati Uniti, per esempio, la perdita di valore dei titoli azionari e obbligazionari è stata pari a 16,5 triliardi, due volte superiore alle perdite registrate durante la crisi del 2008. La tempesta perfetta dovuta alla guerra in Ucraina e le conseguenti dinamiche inflazionistiche hanno costretto le banche centrali di tutto il mondo a reagire e ad aumentare i tassi di interesse rapidamente, così come non accadeva da almeno 40 anni.

Nel 2022 i tassi della Fed sono aumentati di circa 425 punti base in soli 9 mesi; nel 2015 si era arrivati a circa 225 punti base in 36 mesi e nel 2004 a circa 425 punti base in 24 mesi. I segnali di rallentamento dell'inflazione, l'apparente superamento della crisi energetica, la convinzione che i tassi di interesse siano giunti quasi ai massimi e la speranza che la riapertura cinese post pandemia possa dare un impulso positivo all'economia, hanno contribuito a ridare un pò di fiducia agli investitori e ai mercati con la performance positiva che stiamo vedendo nei primi mesi del 2023.

Rodolfo Ricci

( 24 febbraio 2023 )

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