Mercoledì 4 dicembre 2024, ore 3:08

America 

Fed sotto i riflettori della politica: cala l’inflazione ma Powell non osa 

Wall Street da record, a 40 mila punti. Cosa è successo? A spingere il listino è la speranza di un taglio dei tassi della Fed a breve, forse già in settembre. Ma la Federal Reserve nelle sue decisioni non prende in considerazione gli eventi politici: le prossime elezioni non rientrano nelle decisioni della banca centrale, è stato costretto a dire nei giorni scorsi il presidente Jerome Powell, rispondendo a una domanda sulla tempistica di un possibile taglio dei tassi di interesse. Gli analisti ritengono che la Fed potrebbe tagliare i tassi in settembre, a ridosso del voto. Un'ipotesi che la esporrebbe a critiche in quanto un taglio dei tassi potrebbe spingere l'economia e aiutare Joe Biden nella corsa alla Casa Bianca. Una riduzione a novembre non avrebbe invece alcuna influenza sul voto, in quanto la programmata riunione della Fed cade il 6 e 7 novembre, quindi dopo il voto. Ma questo adesso è diventato il modello liberista americano?

Tutto nasce dal dato sull’inflazione americana, che rallenta e in aprile scende al +3,4%, in linea con le attese e sotto il 3,5% del mese precedente. Wall Street anche in questo caso brinda e vola a nuovi massimi, intravedendo almeno due tagli dei tassi di interesse da parte della Fed nel 2024, il primo - è la speranza - già in settembre. I dati sono accolti positivamente dagli investitori, perché mostrano come per la prima volta quest'anno l'inflazione non è salita più delle attese. Anzi su base mensile ha segnato un aumento dello 0,3%, meno del previsto 0,4%. Indicazioni rassicuranti arrivano anche dall'indice core dei prezzi al consumo, quello al netto di energia e alimentari e preferito dalla Fed: il mese scorso si è attestato al 3,6%, in linea con le attese ma ai minimi dall'aprile 2021 dopo il 3,8% toccato in marzo. L’attenzione si sposta quindi sul deflatore Pce core, l’indicatore di inflazione preferito dalla Fed per le sue decisioni di politica monetaria, in uscita il 31 maggio.

L’ultima rilevazione si è attestata al 2,8%, superiore alle previsioni. Nei giorni scorsi, gli analisti di Bloomberg hanno sollevato l’ipotesi che l’indice possa mostrare una lettura ancora robusta, malgrado la discesa del Cpi core. Questo perché il Pce core e il cosiddetto indice "supercore" (che esclude anche la componente degli alloggi) includono nel calcolo i prezzi per i pasti consumati fuori casa, rimossi invece dal Cpi core, che risentiranno di alcuni aumenti salariali nel settore. Dall’altro lato, la correzione del mercato azionario nel mese di aprile dovrebbe riverberarsi sulla componente di servizi finanziari del Pce core, che hanno un peso superiore al 7%.

"È un sollievo che per la prima volta quest'anno, l'inflazione non è stata sopra le attese", ha commentato l'economista di AllianceBernstein Eric Winograd, mettendo comunque in guardia come nei dati non c'è nulla che indichi che i prezzi scenderanno al target del 2% della Fed nel breve termine. Il fatto che i prezzi non siano saliti più delle attese è un piccolo passo nella giusta direzione, ha osservato Stephen Stanley di Santander. "Per la Fed il dato è motivo di sollievo ma allo stesso tempo evidenzia che che c'è ancora del lavoro da fare", ha messo in evidenza Sarah House di Wells Fargo. Nonostante l'euforia di Wall Street, gli economisti sono infatti cauti nella valutazione del dato che, pur essendo una buona notizia per la banca centrale americana, non mette a tacere le preoccupazioni sull'inflazione, considerata la resilienza dell'economia alla stretta dei tassi di interesse della Fed.

Anche se la crescita continua, le trimestrali delle grandi aziende americane hanno rivelato segnali di rallentamento dei consumi, come confermato dalla vendite al dettaglio che in aprile sono risultate sotto le attese. Proprio per tendere una mano ai consumatori, McDonald's si appresta lanciare da giugno l'iniziativa di un pasto anti inflazione a soli cinque dollari, sovvenzionato - secondo il Wall Street Journal - da Coca-Cola con 4,6 miliardi di dollari. Con meno di sei mesi alle elezioni americane, l'elevata inflazione sta pesando sulle prospettive di rielezione di Joe Biden, come emerge da molti sondaggi. Anche se i prezzi a livello annuale sono calati rispetto al picco del 2022, molti elettori restano frustrati dal caro vita, che colpisce soprattutto il carrello della spesa e la casa.

"Anche se è scesa del 60% rispetto al picco - ha ammesso Biden - e l'indice core è ai minimi da tre anni, l'inflazione è ancora troppo alta e resta lavoro da fare". La cosa ha costretto, per opportunità, Jerome Powell a ribadire che la politica economica restrittiva potrebbe impiegare più tempo del previsto per agire e di non prevedere che la prossima mossa della banca centrale sia un aumento dei tassi. "Più probabilmente li manterremo dove sono ora", ha osservato con grande prudenza e attenzione a non dar vita a nuove strumentalizzazioni.

Rodolfo Ricci

( 17 maggio 2024 )

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