Il Parlamento europeo ha approvato le nuove regole sul diritto d'autore. Il via libera dall'Aula di Strasburgo all'accordo provvisorio raggiunto a febbraio sulle nuove norme sul rispetto del diritto d'autore in internet è passato con 348 si', 274 no e 36 astenuti. Le nuove norme Ue sul copyright, che includono salvaguardie alla libertà di espressione, consentiranno a creatori ed editori di notizie di negoziare con i giganti del web il pagamento di compensi per l'utilizzo di contenuti coperti da diritti d'autore.
"Approvata la direttiva copyright. Difendiamo la creatività italiana ed europea e i posti di lavoro", ha scritto su Twitter Antonio Tajani, presidente del parlamento Ue, dopo il voto dell'assemblea di Strasburgo.
Il voto positivo sulla riforma del copyright "è un grande passo avanti" che arriva con "garanzie chiare per la libertà di espressione", ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue al mercato digitale e responsabile del dossier, Andrus Ansip, spiegando che la riforma "elimina la frammentazione" delle regole tra i 28 e dota "per la prima volta" l'Europa di "chiare regole comuni", che includono anche il patrimonio culturale e il data mining.
La direttiva con la riforma del copyright, che tiene conto dei cambiamenti avvenuti dall'avvento del digitale, ha spaccato il Parlamento europeo: da una parte i sostenitori del mondo di autori e editori, che difendono i diritti di chi produce le opere d'arte e l'informazione, con alle spalle potenti associazioni di categoria di autori, editor; dall'altra quelli che, in difesa della libertà di espressione dei cittadini, sono stati accusati di difendere gli interessi di grandi colossi tecnologici, che consentono la pubblicazione di contenuti senza pagare un equo compenso.
"Un voto storico per l'Europa", sostiene il presidente degli editori di giornali europei Enpa, Carlo Perrone, mentre protesta Wikipedia che oscura la pagina italiana in vista della decisione del Parlamento europeo. "Una bella pagina e una grande giornata per la cultura e l'Europa", è il primo commento del presidente dell'Associazione italiana editori (Aie), Ricardo Franco Levi, dopo l'approvazione a Strasburgo della direttiva sul copyright.