Venerdì 26 aprile 2024, ore 4:30

Guerra 

L’escalation di Putin infiamma i prezzi di gas e petrolio 

Il pugno duro di Vladimir Putin, che richiama i riservisti e mostra i muscoli all'Occidente nonostante le difficoltà in Ucraina, surriscalda i prezzi dell'energia, che scontano il rischio di nuove turbolenze sul fronte delle forniture russe. Il
gas balza dell'8,1% a 210 euro al megawattora alla Borsa di Amsterdam mentre il petrolio avanza del 2,5%, con il Wti a 86 dollari al barile e il Brent a 92,8 dollari. In rialzo anche il prezzo del grano che si avvicina ai livelli precedenti all'accordo tra Kiev e Mosca sulle esportazione, dopo una serie di rialzi alimentati dalle critiche rivolte all'intesa da Putin nelle ultime settimane: il grano duro viene scambiato a 971 dollari al bushel (+0,8%) e quello tenero a 902 dollari al bushel (+1%).

Tutto è partito dal tanto atteso e temuto discorso di Vladimir Putin, che alla fine è arrivato. Con toni durissimi, il leader del Cremlino ha annunciato la parziale mobilitazione nazionale "in difesa del Paese" e ha avvalorato la proposta di referendum per l'annessione alla Russia delle quattro aree occupate dall'esercito russo in Donbass e nell'Ucraina meridionale. Ma Putin ha toccato anche il tema dell'uso delle armi atomiche, accusando l'Occidente di usare l'argomento per tenere la Russia "sotto ricatto". "Sappiano che le abbiamo anche noi, tante armi. Pronti a usare ogni risorsa per difendere il nostro popolo". Prima del discorso di Putin, l'alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell, ha minacciato nuove sanzioni contro Mosca in risposta ai "referendum illegali" che violano "l'indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina in flagrante violazione del diritto internazionale". In linea il discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi all'Assemblea Generale dell'Onu: "Mosca calpesta le regole, avanti con le sanzioni".

Alcuni Paesi Ue sono già corsi ai ripari. "Abbiamo governato bene la situazione, ma la situazione è peggiorata". E quindi la Germania non si limiterà a comprare una quota del colosso delle utility Uniper, come ampiamente annunciato a luglio: lo nazionalizzerà del tutto. Il ministro dell'Economia, Robert Habeck, ha confermato le dichiarazioni del gruppo finlandese Fortum, finora azionista di maggioranza del maggior importatore di gas russo in Germania. Il governo acquisterà il 56% del capitale di Fortum per 480 milioni di euro e attuerà un aumento di capitale di 8 miliardi di euro. "Dopo l'aumento di capitale e l'acquisto delle azioni, lo Stato tedesco deterrà circa il 98,5% di Uniper", secondo Fortum.Il ministero dell'Economia tedesco ha puntualizzato che "in questo modo si crea una struttura proprietaria chiara, in modo da garantire che Uniper approvvigioni imprese, comuni e consumatori". Nell'ambito di un aumento di capitale di complessivi 8 miliardi di euro, precisa Berlino, "lo Stato assume una quota di Uniper al prezzo nominale di 1,70 euro per azione".

Rodolfo Ricci

( 21 settembre 2022 )

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