Giovedì 2 maggio 2024, ore 23:49

Francoforte 

La Bce divisa sui tassi: i “falchi” frenano sui tagli in estate 

Si potrebbe chiamare, se fosse un film, fuga in avanti sui tassi. Christine Lagarde si sbilancia sul taglio e mette a rischio la credibilità della banca centrale. La presidente della Bce infatti e altri membri del consiglio direttivo non rispettano la dipendenza dai dati indicata dalla Bce e anticipano manovre in estate prima di conoscere l’evoluzione di inflazione ed economia. Francoforte così rischia di perdere credibilità, dicono gli investitori. Perche? Alla platea del World economic forum di Davos proprio la presidente della Bce, Christine Lagarde ha assecondato l'umore di molti suoi colleghi nel Consiglio direttivo si è spinta a giudicare "probabile" entro l'estate l'atteso taglio dei tassi. "Prima arriva meglio è", secondo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti che a Davos ha incontra diversi investitori, da JPMorgan a Bank of America, che sarebbero "molto interessati" anche al piano italiano sulle privatizzazioni.

Ma i conti non tornano. "È stata espressa fiducia nel fatto che l'orientamento della politica monetaria continuasse a essere sufficientemente restrittivo, e questo ha dato al Consiglio direttivo l'opportunità di mantenere i tassi ai livelli attuali", si legge invece nei verbali della riunione di politica monetaria di dicembre della Bce. Nel complesso, "i membri hanno espresso maggiore fiducia nel fatto che l'inflazione sarebbe stata riportata verso l'obiettivo del 2% nel 2025, anche se vi erano opinioni divergenti sulla questione se vi fossero motivi sufficienti per ritenere che l'obiettivo sarebbe stato raggiunto in modo tempestivo. Si è quindi avvertita la necessità di continuare a vigilare e di avere pazienza - viene puntualizzato nei verbali - nonché di mantenere per qualche tempo un atteggiamento restrittivo. È stato sottolineato che non c'è spazio per l'autocompiacimento e che non è il momento per il Consiglio direttivo di abbassare la guardia".

Alla Bce i membri hanno discusso del fatto che l'ultimo miglio nella traiettoria disinflazionistica è il più difficile da coprire. Da un lato, si è sostenuto che il concetto fosse un modo utile per sintetizzare le sfide che il Consiglio direttivo deve affrontare nel determinare la persistenza delle pressioni inflazionistiche e la durata necessaria della restrizione della politica monetaria. "I membri hanno anche evidenziato una serie di rischi per le prospettive di inflazione a medio termine, che vanno in entrambe le direzioni.

Tra i rischi al rialzo per l'inflazione figurano l'acuirsi delle tensioni geopolitiche, che potrebbero spingere al rialzo i prezzi dell'energia nel breve termine, e gli eventi meteorologici estremi, che potrebbero far salire i prezzi dei prodotti alimentari".

L'inflazione - si legge sempre nei verbali - potrebbe rivelarsi più elevata del previsto anche se le aspettative di inflazione dovessero superare l'obiettivo o se i salari o i margini di profitto aumentassero più del previsto. Gli operatori finanziari si aspettano che l’Eurotower effettui lo stesso numero di tagli rispetto alla Fed (sei, fino all'1,5%). Tuttavia, ci sono dubbi su quanto i dati relativi alla crescita e all'inflazione possano spingere la Bce a prendere tali decisioni. Il messaggio non ha mostrato alcuna inflessione e, pertanto, gli analisti pensano che gli investitori farebbero bene a rimanere all'erta contro nuovi picchi dell'inflazione. L'inflazione è sulla buona strada per tornare sotto controllo e i tassi core sono ben prezzati. Questo è quanto emerge dalle analisi del ciclo sottostante e del fair value condotte e commentate dagli esperti.

Poi resta sempre sullo sfondo il nuovo Patto di stabilità. "Poco tempo è stata fatta questa valutazione da parte della Commissione" sui piani di bilancio 2024 dei Paesi membri, "anche sul budget italiano che non sembra essere in linea con le raccomandazioni del Consiglio Ue. Questo vale anche per altri Paesi. E abbiamo chiesto all'Italia di intraprendere deviazioni e di rimettere in linea i conti pubblici con le nostre raccomandazioni", ha ricordato il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ospite di Start a Sky Tg24 da Davos. La Commissione europea aveva già annunciato "che nella primavera del 2024 avremmo avuto l'intenzione di lanciare delle procedure per deficit eccessivo sulla base dei dati raccolti nell'autunno 2023", ha confermato il vicepresidente della Commissione europea e "abbiamo ripetutamente raccomandato ai Paesi membri di spostarsi verso posizioni fiscali più prudenti, considerando i livelli di deficit e di debito".

Le discussioni sulla ratifica della riforma del Mes "continuano con l'Italia. Ovviamente spetta al Parlamento italiano decidere quali sono i prossimi passi in avanti» da compiere, speriamo di poterli vedere quanto prima", ha sottolineato Valdis Dombrovskis.

Rodolfo Ricci

( 19 gennaio 2024 )

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