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Lavoro minorile, suicida a 14 anni in una filanda del sud dell’India

di Ester Crea

Aveva lavorato per 16 ore consecutive in una fabbrica tessile nel sud dell’India. Poi è tornata nel suo dormitorio e si è impiccata. E’ morta così una ragazzina di 14 anni. A denunciare il caso è il sindacato Tamil Nadu Textile and Common Labour (TTCU), un’organizzazione composta da sole donne. La notizia del rinvenimento del corpo di Dharshini Balasubramani è stata diffusa una settimana fa, a quattro mesi esatti dalla morte di un’altra adolescente che lavorava in una filanda vicina per un salario di 40 dollari. I funzionari della polizia stanno indagando sulla morte della ragazzina, mentre per sindacalisti e attivisti per i diritti umani Balasubramani è diventata l’occasione per accendere i riflettori sulle pessime condizioni di lavoro del settore e sull'uso di manodopera minorile in violazione delle convenzioni internazionali.

"Per una quattordicenne questo era troppo lavoro da fare", ha detto Thivyarakhini Sesuraj, presidente della TTCU.

Balasubramani lavorava in una filanda di proprietà della Dollar Industries Limited, con sede a Kolkata, nello stato meridionale del Tamil Nadu, dove circa 400mila persone sono impiegate in più di 1.500 fabbriche che trasformano il cotone in filati, tessuti e vestiti.

La legge indiana vieta l'impiego a chiunque abbia meno di 15 anni e consente alle persone di età compresa tra i 15 e i 18 anni di lavorare per un numero limitato di ore ogni giorno in industrie non pericolose, una categoria che comprende le filande.

Il portavoce di Dollar Industries, Gopalakrishnan Sarangapani, ha detto che i turni extra al mulino erano facoltativi e Balasubramani, che era impiegato da due mesi, non era costretto a fare gli straordinari.

"Non ci sono violazioni nei nostri stabilimenti", ha detto Sarangapani, aggiungendo che la società non sapeva che la ragazza avesse solo 14 anni.

Nel suo sito web la Dollar Industries si definisce una delle maggiori aziende produttrici di maglieria in India, ha 600 dipendenti ed esporta capi in Medio Oriente e Nepal.

L'India è uno dei maggiori produttori mondiali di tessuti e abbigliamento.

Gli attivisti dicono che i lavoratori del settore sono principalmente giovani donne provenienti da comunità povere, analfabete e di bassa casta, che lavorano fino a 12 ore al giorno e spesso subiscono intimidazioni, allusioni sessuali e molestie.

Un’ong locale, la Serene Secular Social Service Society, ha affermato di aver documentato la morte di almeno 10 lavoratori negli stabilimenti del Tamil Nadu occidentale negli ultimi quattro mesi.

"Invece di cercare di migliorare le condizioni di lavoro, le aziende stanno comprando il silenzio delle famiglie dando un piccolo risarcimento una tantum per le morti", ha commentato S. James Victor, direttore dell'ente no profit di Dindigul.

(Altro servizio domani su Conquiste Tabloid)

( 13 febbraio 2018 )

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