L'Italia e la Germania, con Austria, Repubblica ceca, Ungheria e Slovacchia: sono i Paesi Ue i cui rating sovrani sono più esposti a uno stop delle forniture di gas russo. Questa è la posizione di Moody's dopo l'annuncio, lo scorso 25 luglio, di ridurre al 20% della capacità le forniture di gas attraverso il Nord Stream 1 che aumenta il rischio di interruzione completa delle forniture. L'agenzia ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per diverse economie Ue. E anche in assenza di uno stop completo di Mosca prevede per l'Eurozona un +2,2% per il 2022 e +0,9% per il 2023, contro il 2,5% e 2,3% formulati lo scorso maggio. Più in dettaglio, secondo Moody's, i Paesi dell'Unione europea si confrontano con un aumento dei rischi di stagflazione in scia all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, sebbene l'esposizione cambi a seconda dei Paesi.
"Il conflitto ha esacerbato le questioni relative alla domanda e all'offerta e spinto l'inflazione a livelli che non si vedevano nella Ue dalla metà degli anni '80", ha affermato l'analista di Moody's, Heiko Peters. "Uno stop alle forniture di gas naturale intensificherebbero queste pressioni mentre i sondaggi della Commissione europea suggeriscono che un'ulteriore accelerazione dell'inflazione nel breve termine è probabile". Anche se la stagflazione non è lo "scenario base" per Moody's, che prevede una crescita del pil Ue del 2,5% nel 2022 e dell'1,3% nel 2023 e un rallentamento dell'inflazione al 4,4% nel 2023 dal 6,8% del 2022, l'agenzia di rating si attende una crescita debole nei prossimi due o tre anni, con rischi al ribasso nel contesto del conflitto militare in Ucraina e del suo impatto sull'economia. Con le dimissioni del premier Mario Draghi e la fine della legislatura "la protratta instabilità politica è emersa come una fonte ulteriore di incertezza per l'Italia in una fase in cui le prospettive economiche sono già a rischio,ha rilevato Moody's in merito alla situazione del nostro Paese. La crisi politica può generare "ritardi" nella risposta ai tagli di gas dalla Russia o richiedere "misure di welfare sociale che acuiscono la già elevata pressione fiscale" mentre potrebbe diventare "complicato" varare tutte le riforme che sono richieste per accedere alla terza tranche dei fondi del Recovery Fund.
Nel frattempo, la centrale elettrica a carbone (litantrace) di Mehrum a Hohenhameln, nella Bassa Sassonia, è la prima a essere riattivata per rispondere alla crisi energetica in Germania. Dallo scorso 14 luglio il governo ha reso possibile utilizzare di nuovo le cosiddette centrali "di riserva" a carbone per produrre elettricità e ridurre ulteriormente la dipendenza dal gas naturale.
Dopo il gas lo shock petrolifero dovuto alla guerra in Ucraina, nell'ipotesi di un rialzo permanente del 40% delle quotazioni, "potrebbe causare un declino di circa lo 0,8% del Pil potenziale dell'Eurozona nel medio termine". Lo si legge nell'anticipazione di un'analisi contenuta nel Bollettino economico della Bce, in pubblicazione nei prossimi giorni. Un altro studio evidenzia che l'accumulazione di risparmio fra le famiglie europee durante la pandemia ha un effetto "limitato" nel mitigare lo shock energetico, dal momento che solo il 20% delle famiglie ha risparmiato di più, e "l'aumento è concentrato fra i redditi più alti".
Rodolfo Ricci