Venerdì 17 maggio 2024, ore 5:53

Europa

Tax ruling, la Francia accusa: il Benelux fa ostruzionismo

Dieci anni di melina. Anzi, di “sistematica ostruzione”. L’accusa, anzi il j’accuse, arriva dal governo francese, che le sta provando tutte pur di scardinare l’asse del male Belgio-Olanda-Lussemburgo. l’Eliseo prova a giocare la carta della grancassa mediatica: così il quotidiano le Monde ha avuto accesso a centinaia di pagine di documenti riservatissimi - dicono - che dimostra che se l’Europa negli ultimi 10 anni è stata incapace di promuovere il benché minimo tentativo di riforma per contrastare quei regimi fiscali favorevoli alle multinazionali, la colpa è tutta del Benelux, cioè di quell’area Ue considerata un vero e proprio paradiso fiscale per il grande, grandissimo business. Nello specifico, l’ostruzione del Benelux è sulla riforma del tax ruling e del patent box. Il tax ruling è un accordo fiscale anticipato tra Stati membri e imprese multinazionali, con cui i Paesi forniscono a una società non sono le modalità con cui sarà calcolata l’imposta sul reddito societario, ma anche tutte le informazioni necessarie per trasferire i propri profitti da una filiale all’altra in Paesi diversi e incorrere dunque in una minore tassazione. Il patent box, che ora possono adottare anche le aziende italiane, è un insieme di agevolazioni, già adottate in Spagna, Inghilterra, Belgio e Olanda che consente di agevolare brevetti e tutelare la proprietà intellettuale e avere una riduzione delle imposte sugli utili derivati dall'utilizzo, dalla vendita o dalla cessione in licenza di un brevetto. L’imperativo dunque, a Bruxelles, l’Aja e Lussemburgo è resistere, resistere, resistere, ed è una strategia vincente dal 2002, quando cioè l’istituzione nell’Ue di un gruppo Codice di condotta voleva incoraggiare lo scambio e la cooperazione tra amministrazione fiscale sulla direttrice di una direttiva datata addirittura nel 1977, la cui revisione risale al 2011. Nel processo verbale di una riunione dell’aprile 2012, fa sapere le Monde, i funzionari Ue del gruppo Codice di condotta (CdC) sul sistema fiscale delle imprese, accusano esplicitamente il Belgio di non aver mai fornito informazioni spontanee agli Stati membri. E si arriva così al 6 ottobre scorso, quando un accordo politico dei 28 ha dato il via libera, dopo 7 mesi di trattative, alla proposta della Commissione sullo scambio automatico d’informazioni sui quei tax ruling che riguardi le imprese con fatturato superiore ai 40 milioni, e che dovrà entrare in vigore nel 2017 con retroattività di 5 anni. L’intesa prevede che gli accordi finalizzati, emendati o rinnovati tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2013 debbano essere resi noti se ancora validi il 1 gennaio 2014. Se gli accordi sono stati finalizzati, emendati o rinnovati tra il 1 gennaio 2014 e il 31 dicembre 2016, lo scambio di informazioni deve allora avvenire anche se le intese non sono più valide. Al 17 settembre di quest’anno, comunque, si fa notare in uno dei documenti confidenziali, gli scambi automatici sul tax ruling avvengono sempre “col contagocce”.

Per saperne di più: leggi domani l’articolo completo di Pierpaolo Arzilla su Conquiste Tabloid

( 11 novembre 2015 )

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