Venerdì 3 maggio 2024, ore 20:21

Terremoto a Taiwan

Tsmc rallenta la produzione dei microprocessori 

Il sostegno pubblico diretto e indiretto della Cina sta attualmente portando a una capacità produttiva che supera significativamente la domanda interna, nonché ciò che il mercato globale può sopportare. È quanto ha detto il segretario al Tesoro Usa, Janet Yellen, incontrando a Guangzhou la comunità imprenditoriale americana. "Capisco che queste politiche possano essere guidate da obiettivi di sviluppo interno, ma l'eccesso di capacità può portare a grandi volumi di export a prezzi bassi, ha aggiunto Yellen, secondo una nota del Dipartimento al Tesoro. Tutto ciò rappresenta "un rischio per la resilienza economica globale".L'eccesso di capacità, ha aggiunto. Per Yellen, affrontare il problema e prendere in considerazione più in generale riforme basate sul mercato è nell'interesse della Cina. L'attuazione delle riforme di mercato da parte della Cina ha generato una delle storie di successo economico più significative della nostra vita, sottraendo centinaia di milioni di persone alla povertà e anche ora c'è il potenziale per ottenere vantaggi significativi dalle riforme, ha continuato il segretario al Tesoro, ribadendo l'importanza dei rapporti tra Washington e Pechino. Poi i rapporti con Tawan.

Dopo il rallentamento della produzione a causa della pandemia da Covid inoltre è il forte terremoto a Taiwan a ricordare alla tecnologia quanto è diventata instabile l'industria dei chip, il cuore ormai di tutto quello che facciamo. "Se l'interruzione della produzione alla Taiwan Semiconductor Manufacturing Co avrà un impatto e in quale misura bisognerà vederlo nelle prossime settimane, quando verranno confermati o posticipati degli ordini. La Tsmc ha in mano il 70% della produzione mondiale", ha spiegato Paolo Trucco, docente di Industrial Risk Management alla School of Management del Politecnico di Milano. Dopo il sisma il colosso mondiale dei chip ha fermato la produzione per qualche ora a scopo precauzionale, poi ha annunciato che oltre il 70% delle sue apparecchiature è tornato operativo. "I processi produttivi dei chip sono molto delicati, richiedono una 'clean room' - sottolinea l'esperto - un ambiente molto più sterile di una sala operatoria, è il contesto più tecnologicamente avanzato che esista dove si certificano contatti e saldature della dimensione di un centesimo di capello umano. Difficile che da un evento sismico non abbiano ricevuto qualche impatto".

Per Trucco, se il terremoto dovesse avere un riflesso sulla produzione di chip, "la fornitura si orienterà verso i clienti più remunerativi come l'elettronica al consumo e gli smartphone, mentre potrebbero andare in sofferenza il settore degli elettrodomestici e delle auto, anche se dopo il Covid quest'ultimo si è premunito con le scorte". Prima la pandemia e poi il terremoto a Taiwan spingono verso un cambiamento tecnologico significativo per i microprocessori che porterà diverse grandi aziende tecnologiche ad assemblare internamente i chip sulla base di un loro progetto, sottolinea l'esperto. Si sta espandendo la tecnologia che consentirà l'acquisto di moduli, come dei Lego, ciascuno con una propria specializzazione funzionale che verrà assemblato dalle aziende, dando vita ai chiplet. I big hitech come Nvidia e Intel si stanno già attrezzando per farlo. Questo condurrà ad una maggiore indipendenza dai colossi come Tsmc, ad una aumento della flessibilità e della capacità produttiva. Rappresenta una opportunità anche per l'Europa di implementare una strategia di resilienza nel settore.

E - ha specificato - "se guardiamo agli obiettivi del Chips Act dell'Ue sarà più facile portare in Italia la produzione di chiplet piuttosto che grandi impianti tipo quelli taiwanesi".
Restano quindi molte incertezze, soprattutto perché i danni del terremoto nel settore potrebbero essere visibili solo in un secondo momento. È quindi possibile che, anche se gli edifici e le attrezzature non riportano danni significativi, alcuni materiali siano però compromessi. Per esempio i cosiddetti wafer di silicio, degli strati sottilissimi delle dimensioni di una pizza, richiedono una lavorazione precisa e ambienti controllati: anche solo un granello di polvere o un minimo graffio comprometterebbero il materiale, che quindi deve essere scartato, con conseguenti ritardi e perdite nella produzione. Le aziende si erano comunque attrezzate negli anni, sia per la delicatezza dei loro processi, sia perché Taiwan è una regione molto soggetta a terremoti.

Il terremoto del 1999, paragonabile per entità a quello dei giorni scorsi, aveva compromesso notevolmente le aziende tecnologiche, le cui produzioni furono messe in difficoltà. Negli anni successivi le aziende di microchip avevano dunque messo a punto protocolli antisismici molto rigidi e rafforzato gli impianti con le più sofisticate tecnologie antisismiche per proteggere la produzione e le attrezzature dai danni, e ripristinare le operazioni rapidamente.

Rodolfo Ricci
 

( 5 aprile 2024 )

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