Lunedì 6 maggio 2024, ore 2:25

Bruxelles 

Ue: presidenza svedese punta su sicurezza e sostegno a Ucraina 

Europa più verde, più sicura e più libera. Ha preso il via dal primo gennaio e per i prossimi sei mesi la presidenza di turno della Svezia alla guida semestrale del Consiglio Ue, nel complicato contesto della risposta europea alla guerra della Russia in Ucraina. Così come è stato per le due presidenze di turno del 2022 - prima quella della Francia, poi quella della Repubblica ceca appena conclusa - buona parte dell’agenda di Stoccolma alla guida dell’Ue sarà scandita dall’aggressione russa in corso, sul piano politico interno e anche geopolitico. Il logo della presidenza svedese alla guida di turno dell’Ue Sicurezza e unità, competitività, transizione verde ed energetica, valori democratici e stato di diritto. Sono i quattro pilastri di priorità su cui Stoccolma incardina la sua presidenza, che nel logo del semestre ha scelto di mettere in relazione le parole "Svezia", "2023" e "Ue" a simboleggiare "la solidarietà e la comunità", di cui gli Stati membri dovranno dar prova nei prossimi dodici mesi.

Per la Svezia si tratta della terza volta alla testa della presidenza (la prima risale al 2001, la seconda al 2009) e dal primo luglio lascerà il testimone alla Spagna. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha riconosciuto come la Svezia assuma la presidenza del "Consiglio in un momento cruciale", così come cruciale dovrà essere la "leadership per preservare la nostra unità europea a sostegno dell’Ucraina", ha scritto in un tweet. Altra novità è l’ingresso della Croazia nell'Eurozona e nello spazio Schengen, 10 anni dopo il suo ingresso nell'Unione europea. "Un momento storico", lo hanno definito le istituzioni croate nelle cerimonie che hanno accompagnato il doppio passo di integrazione europea allo scoccare della mezzanotte. Il Paese balcanico diventa così il ventesimo Stato ad adottare la moneta comune e il 27esimo dello spazio di libera circolazione. Il tempo di festeggiare e la Svezia, che in pandemia ha sempre tirato dritto per la sua strada meno restrittiva che nel resto d'Europa, ha cambiato percorso con l'annuncio di un incontro domani tra i partner per discutere una risposta congiunta sui viaggiatori provenienti dalla Cina. La riunione del meccanismo di gestione delle crisi del Consiglio (Ipcr) "è importante per mettere in atto rapidamente le misure necessarie", ha spiegato Stoccolma.

La convocazione è arrivata dopo che mezza Europa si è mossa in ordine sparso sui controlli negli aeroporti per l'impennata eccezionale dei contagi in Cina seguiti alla fine delle restrizioni. Alcuni giorni fa Francia, Spagna e Gran Bretagna si sono unite all'esempio di Roma, richiedendo un tampone negativo per chiunque arrivi dagli scali cinesi. Insomma, l'Europa a conduzione svedese sembra avere intenzione di riprendere le fila della politica comune sulla pandemia, come per l'acquisto dei vaccini, perché, con il senno di poi le strategie in solitaria contro il Covid si sono mostrate perdenti.

Scettica Berlino che non ha ritenuto necessario imporre l'obbligo di test ma sostiene di star pensando ad un sistema coordinato per monitorare le varianti del virus negli aeroporti europei. Del resto lo stesso presidente Xi Jinping nel discorso in tv per il nuovo anno ha detto che nella lotta al Coronavirus la Cina è "ancora in un momento difficile. La prevenzione e il controllo dell'epidemia sono entrati in una nuova fase ma la luce della speranza è davanti a noi". Forse meno ottimisti sono i cittadini cinesi dopo tre anni di restrizioni pesantissime imposte da Pechino che ha perseguito la politica dello 'zero Covid'. Non solo, la scarsa fiducia nei farmaci made in China sta emergendo tutta d'un colpo, come dimostra la corsa a farsi inoculare i vaccini a mRna occidentali dovunque sia possibile.

Rodolfo Ricci

( 3 gennaio 2023 )

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